Siccità, razionamento dell’acqua in Provincia. I casi di Trapani, Marsala e Petrosino

redazione

Siccità, razionamento dell’acqua in Provincia. I casi di Trapani, Marsala e Petrosino

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martedì 12 Marzo 2024 - 07:00

Ridurre le forniture d’acqua per garantire a tutti i territori l’approvvigionamento e contemporaneamente accelerare gli interventi per mitigare la siccità. Siciliacque sta provvedendo a una serie di interventi. E’ stato definito infatti con l’Autorità di bacino un nuovo piano di razionamento, dopo quello scattato a inizio gennaio. Saranno complessivamente 93 comuni serviti da Siciliacque – compresi nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani – per un bacino di circa 850 mila residenti. Le riduzioni della portata d’acqua sono comprese fra il 10% e il 45% a seconda degli acquedotti che alimentano i serbatoi comunali. 

La decisione, presa di concerto con le autorità regionali, è conseguente alla situazione di severità idrica in atto in Sicilia e tende a conciliare il soddisfacimento del fabbisogno delle persone con la necessità di salvaguardare gli invasi. Siciliacque, come concordato con l’Osservatorio sugli utilizzi idrici del distretto idrografico della Sicilia, ha da tempo anche avviato una serie di lavori per fronteggiare la crisi idrica con la trivellazione di nuovi pozzi in Sicilia, ma nessuno in Provincia di Trapani.

A parte i continui problemi di rotture delle condotte nel capoluogo di Provincia, con disagi enormi per la cittadinanza. A Marsala c’è un’ordinanza sindacale firmata da Massimo Grillo a fronte dei cambiamenti climatici e delle scarse precipitazioni, tale per cui si impone, su tutto il territorio comunale di Marsala, fino al prossimo 31 ottobre, un rigoroso contenimento del consumo della risorsa idrica, sempre più ridotta e ad esaurimento. La gravità della situazione idrica regionale, nei giorni scorsi, era stata rappresentata dall’A.T.I. Trapani, concludendo sull’importanza diinformare i cittadini. Da qui l’obbligo di risparmiare la risorsa idrica dell’Acquedotto comunale e vietarla per irrigare ed innaffiare orti, giardini e prati; lavare cortili, piazzali e veicoli; riempire fontane, vasche e piscine su aree private. Nel provvedimento si fa anche obbligo di riparare perdite.

Situazione diversa a Petrosino. Qui in seguito ai risultati delle ultime analisi effettuate dall’Asp e ai riscontri di non conformità, il Comune rinnova l’ordinanza di divieto di consumo dell’acqua per uso potabile, alimentare e igienico-sanitario. Si fa quindi divieto di utilizzare l’acqua erogata dalla rete idrica comunale per il consumo umano in quanto non potabile, quale bevanda e per la preparazione degli alimenti, fino a quando non sarà accertato il rientro dei parametri chimico-fisici e microbiologici nei limiti di conformità. L’acqua erogata dalla rete idrica comunale potrà essere utilizzata per tutti gli usi non potabili.

L’ufficio tecnico si è immediatamente attivato con rilievi sulla linea e nuove analisi per identificare l’origine della possibile contaminazione, la quale è stata identificata nel recipiente del serbatoio pensile (fungo) dell’acquedotto. L’ente guidato da Giacomo Anastasi ha già individuato la ditta e sta intervenendo con urgenza per la pulizia del recipiente superiore e per tutti gli adempimenti necessari a risolvere la problematica. La cittadinanza però, non l’ha presa bene, molti si dicono poco informati della vicenda: “Viviamo con  profonda difficoltà il fatto di gestire anche, e soprattutto, la quotidianità familiare per l’impossibilità di utilizzare l’acqua, quale bene primario. Bisognerebbe sensibilizzare maggiormente su questo tema, affinché tutti sappiano e abbiano consapevolezza di ciò che sta accadendo”, ci dicono i petrosileni.

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