Prove di mordacchia

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

Prove di mordacchia

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sabato 25 Febbraio 2023 - 06:45

“A Taormina quest’anno andranno solo film leggeri, adatti ai turisti che vengono qui per rilassarsi”. Inizialmente pensavo fosse uno dei titoli paradossali del quotidiano irriverente “LOR’A”. Poi ho scoperto che la dichiarazione era vera e l’aveva pronunciata la sovrintendente di Taormina Arte, Ester Bonafede. Analogo imbarazzo l’ho provato nel leggere le dichiarazioni con cui il Ministro dell’Istruzione Valditara minacciava provvedimenti contro la preside di Firenze che aveva stimolato i propri studenti a una riflessione contro l’indifferenza, in seguito al pestaggio di due studenti davanti la propria scuola.

Si tratta di storie con un peso specifico certamente diverso, che però ci dicono qualcosa sullo spirito del nostro tempo, che evidentemente mira a sedare cultura e istruzione, con l’obiettivo di renderli ambiti asettici, in bilico tra il disimpegno e la mera trasmissione di saperi.

Nulla contro l’intrattenimento, ci mancherebbe: la leggerezza di qualità (da Chaplin a Totò, da Troisi a Verdone) può comunque raggiungere vette artistiche di prim’ordine. Ma appare quantomeno discutibile il veto che si sta configurando a Taormina nei confronti di pellicole che propongano generi diversi dalla commedia.

La sensazione, però, è che si voglia mettere la mordacchia a tutti coloro che, rischiando in proprio, osano proporre narrazioni controcorrente, o comunque non allineate. C’è una parte consistente dell’attuale classe dirigente che, evidentemente, ritiene che le varie rappresentazioni della cultura non dovrebbero mai condurre a riflessioni potenzialmente divisive su temi politici, civili o sociali, limitandosi a confermare e rassicurare. Dimenticando, però, che una comunità cresce proprio attraverso il confronto, la contaminazione, l’eresia, gli scritti corsari. Il resto è pensiero unico: ottimo per consolidare i regimi autoritari, ma poco adatto a una democrazia.

A proposito: spesso l’Italia è meritoriamente in prima fila quando c’è da stigmatizzare i dispotismi sparsi per il mondo, dal Sud America all’Estremo Oriente, passando per il continente africano e la penisola araba. Sarebbe opportuno ricordare, tuttavia, che le libertà e i diritti conquistati nel tempo dai nostri padri costituenti e dalle generazioni protagoniste delle lotte sociali dei decenni successivi hanno bisogno di essere quotidianamente difesi e coltivati, perchè il rischio di perdere pezzi importanti delle conquiste faticosamente ottenute è sempre dietro l’angolo.

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