15 gennaio 1993: la cattura di Totò Riina ‘compie’ 30 anni. VIDEO

redazione

15 gennaio 1993: la cattura di Totò Riina ‘compie’ 30 anni. VIDEO

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domenica 15 Gennaio 2023 - 13:49

Il 15 gennaio 1993 è una data cruciale per il cambiamento di Cosa Nostra e di tutto l’assetto mafioso: venne catturato Totò Riina in viale Regione Siciliana, nella sua Palermo, la stessa in cui era un “fantasma”.

I Carabinieri si riuniscono nel capoluogo, dopo le stragi del ’92, per definire una strategia d’azione destinata alla cattura di Salvatore “Totò” Riina, capo assoluto e più potente e pericoloso membro di sempre della mafia siciliana.

Da qui inizia tutta una serie di indagini, appostamenti, interrogatori, per giungere ad individuare dove si nascondesse Riina.

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I Carabinieri dell’Arma territoriale, del ROS e l’Autorità Giudiziaria si riuniscono il 13 gennaio per valutare le rivelazioni del Di Maggio. Il vice comandante della territoriale, Colonnello Cagnazzo, e il dottor Aliquò propongono di perquisire immediatamente un manufatto ubicato all’interno del cosiddetto “fondo gelsomino”, in via Uditore, dove Di Maggio ha dichiarato di aver incontrato Riina e Raffaele Ganci anni addietro.

Così i Carabinieri del ROS, la mattina del 14 gennaio 1993, iniziano l’attività di osservazione sia del “fondo gelsomino”, sia di via Bernini 54. La sera stessa, De Caprio fa visionare la cassetta delle osservazioni svolte nella giornata e il Di Maggio riconosce nelle immagini i figli e la moglie di Riina mentre escono dal complesso di via Bernini 54. 

GUARDA IL VIDEO DI “UN GIORNO IN PRETURA

In questo video, nel corso del processo, Riina si definiva “Il Tortora di Napoli” in Sicilia, “un parafulmine”.

La mattina del 15 gennaio 1993, giorno dell’insediamento di Giancarlo Caselli quale Procuratore della Repubblica di Palermo, alle ore 08.55, Di Maggio riconosce Salvatore Riina mentre esce in macchina da via Bernini 54, accompagnato dall’autista. Subito viene avviato il pedinamento del veicolo e alle 09.00 i militari bloccano l’auto segnalata su via Regione Siciliana – all’altezza del Motel Agip – e ammanetta il capo assoluto di Cosa Nostra.

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