Marsala e il nuovo sfregio alla memoria partigiana. Pino Nilo (Anpi): “Bisogna stare all’erta”

Vincenzo Figlioli

Marsala e il nuovo sfregio alla memoria partigiana. Pino Nilo (Anpi): “Bisogna stare all’erta”

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giovedì 15 Settembre 2022 - 07:00

Ancora uno sfregio alla memoria della Resistenza a Marsala. Per l’ennesima volta, oggetto delle attenzioni dei soliti idioti è stata la targa dedicata alle partigiane lilibetane che hanno partecipato alla Guerra di Liberazione dal nazifascismo: Francesca Alongi, Bice Cerè e Grazia G. Meningi. Inaugurato nel 2016, il toponimo è stato danneggiato in troppe occasioni per lasciar pensare che si tratti di una semplice coincidenza, senza alcun valore simbolico (o politico): il 25 aprile del 2020, nel giorno in cui si ricordava la Liberazione, la targa fu colorata con uno spray nero a coprirne i nominativi; un anno dopo rimase scheggiata, verosimilmente in seguito a colpi di martello. Finalmente, la scorsa primavera, il toponimo fu ripristinato nella sua integrità, con la collocazione di due panchine (una rossa, l’altra arcobaleno) su iniziativa di un gruppo di associazioni marsalesi che hanno spesso hanno scelto proprio il Largo delle Partigiane per le proprie iniziative. Ieri mattina, la nuova segnalazione: stavolta è stato letteralmente sradicato il palo su cui è stata collocata la targa commemorativa, che adesso giace malinconicamente per terra. Com’è noto, ad essere presa di mira, a Marsala, non è stata soltanto la memoria delle tre partigiane, ma anche la lapide dei caduti di San Girolamo, senza contare le innumerevoli segnalazioni di svastiche, croci celtiche e scritte neofasciste comparse a più riprese tra le vie e le piazze del centro storico.

Grande amarezza, anche stavolta, viene manifestata dal presidente della locale sezione Anpi, Pino Nilo: “Negli ultimi anni hanno imbrattato muri, lapidi, hanno persino inserito con un pennarello il mio nome nell’elenco dei caduti…è da menti bacate prendersela con la toponomastica che ricorda le partigiane marsalesi cadute per la Liberazione…Bisogna stare all’erta: questo è un Paese antifascista e tutti noi dovremmo avere ben chiari i Principi Fondamentali della Costituzione, che è stata scritta anche grazie a queste tre ragazze. Come Anpi non possiamo pretendere telecamere ovunque ci sia un ricordo della Resistenza, ma ci auguriamo che si studi maggiormente la storia del nostro Novecento. Magari questi soggetti, che si professano fascisti o nazisti non sanno nemmeno cosa è stato il Ventennio e si rendono protagonisti di questi atti soltanto per farsi notare. Come ho detto altre volte, è più facile ripulire i muri, che i cervelli…”.

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