Caltanissetta, in appello ridotta la condanna per l’ex leader di Confindustria Antonello Montante.

redazione

Caltanissetta, in appello ridotta la condanna per l’ex leader di Confindustria Antonello Montante.

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sabato 09 Luglio 2022 - 09:18


“E’ stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere”, aveva scritto la sentenza di primo grado.

La corte d’appello di Caltanissetta conferma la condanna, dopo oltre otto ore di camera di consiglio. Ma con uno sconto considerevole di pena.

Antonello Calogero Montante, ex leader nazionale di Confindustria, è stato condannato a 8 anni, sei in meno del primo grado, la procura generale aveva chiesto 11 anni e 4 mesi. L’ex paladino dell’antimafia, che non era presente alla lettura della sentenza, è stato comunque ritenuto responsabile di associazione a delinquere. È invece caduta un’ipotesi di corruzione, che ha portato all’assoluzione dell’ex comandante provinciale della Guardia di finanza nissena, Gianfranco Ardizzone. Per Montante è caduta anche l’accusa di violenza privata nei confronti di Alfonso Cicero, uno dei suoi principali testi d’accusa.

La corte d’appello di Caltanissetta presieduta da Andreina Occhipinti (a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta) ha condannato anche i componenti del “cerchio magico”: 5 anni per Diego Di Simone, l’ex ispettore della squadra mobile di Palermo diventato il capo della security di Confindustria.

Un’altra condanna è per Marco De Angelis, sostituto commissario della questura di Palermo: 3 anni e 3 mesi anni (in primo grado ne aveva avuto 4). Anche lui avrebbe avuto un ruolo determinante nell’attività di spionaggio: dopo l’arresto ha fatto alcune ammissioni, ma per la procura di Caltanissetta non ha detto tutto quello che sa.

Assolto invece il questore Andrea Grassi, che in primo grado aveva avuto 1 anno e 4 mesi: ex funzionario del Servizio centrale operativo della polizia, era stato ritenuto responsabile di una fuga di notizie, ma già la gup l’aveva assolto dall’accusa più pesante, non faceva parte della catena delle talpe di Montante. Ora, arriva un’assoluzione piena. “Grande soddisfazione”, dicono i suoi legali, gli avvocati Cesare Placanica e Walter Tesauro. “Già la sentenza di primo grado aveva sancito l’estraneità di Grassi a ogni rapporto opaco nell’ambito del Sistema Montante. Oggi, con la completa assoluzione, a Grassi è stato ridato anche l’orgoglio di dichiararsi, come fatto dalle prime battute delle indagini, un uomo dello Stato”.

Assolto da due capi d’imputazione il generale Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta. Per un altro capo d’accusa, relativo all’assunzione della figlia, è scattata la prescrizione. In primo grado, l’ufficiale aveva avuto tre anni. «Sono molto soddisfatto — dice l’avvocato di Ardizzone, Giuseppe Dacquì — Il generale è stato assolto dal reato associativo e dall’altro capo, relativo a un’ipotesi di corruzione».
Annunciano ricorso in Cassazione i legali di Montante, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto: “Non riteniamo che questa sentenza soddisfi l’obiettività delle cose”.

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