Racconti sulla “vena del Drago” che attraversa le Egadi

redazione

Racconti sulla “vena del Drago” che attraversa le Egadi

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martedì 28 Giugno 2022 - 08:48

Quando attiviamo il potere della nostra visione interiore possiamo unificare le due parti di noi, quella visibile e quella invisibile diventando un essere completo, consapevole della realtà materiale e immateriale. Per realizzare questa possibilità dobbiamo impegnarci in una costante ricerca personale di autorealizzazione. Ma può anche accadere che circostanze particolari legate al territorio riescano a far apparire davanti a noi realtà velate.

Tanti ricercatori, studiosi santi e saggi di tutte le religioni ne hanno parlato, spiegando che il mondo è solcato da linee di potere, (le Vene del Drago, o Sangue di Drago, chiamate così in quanto è dal misticismo orientale che ci provengono e si tramandano queste informazioni) da queste linee possiamo attingere benessere per la nostra salute fisica e psichica, oppure possiamo annullare lo spazio e il tempo e vedere accadimenti del passato e del futuro.

Il mondo è disseminato da luoghi in cui si manifestano vortici ed in cui agiscono le linee di potere o Vene del Drago – Layline, flussi energetici come fiumi che scorrono sulla superficie terrestre e permettono a potenti energie telluriche di esprimersi: un esempio fra tutti è Sedona, una città del deserto dell’Arizona, località del turismo spirituale per eccellenza in quanto i suoi vortici energetici si manifestano in diversi punti e creano salute e vitalità. In questi vortici lo spazio e il tempo si annullano e diventano portali fra le dimensioni. Questi punti possono essere ovunque e noi a volte ci viviamo accanto senza rendercene conto. Le ultime ricerche della fisica quantistica sembrano indicare che ciò è possibile perchè viviamo in un ologramma pulsante, dove tutto è impermanente e in questa pulsazione tutto può apparire simultaneamente.

Riguardo il nostro territorio, ci sono delle caratteristiche ben precise che lo rendono unico nel suo genere. Immaginiamo le correnti energetiche dove Erice fa da antenna canalizzatrice e poi tre isole, le Egadi, che sembrano raccogliere in un grembo queste cariche. Nella prospettiva della mente che oggettivizza tutto sono soltanto isole, dal punto di vista energetico presentano diversi punti in cui il velo fra le dimensioni si assottiglia fino a svanire.

Il territorio trapanese attorno alle isole Egadi appare solcato da un reticolato di linee chiare: una vera e propria maglia che si estende tutto intorno a noi. Il punto è che anche il nostro corpo fisico è in sintonia con questo reticolato, in quanto attraversato anche esso da linee in esatta risonanza con il reticolato esterno. Questa rete in alcuni punti presenta vortici ed una grande vitalità viene trasmessa a chi vi permane. Questi vortici, però, funzionano anche da portali dove il tempo e lo spazio viene sospeso e dove sarà possibile vedere il futuro. Non esiste il prima, il dopo, l’anima ha come priorità emotiva il darsi e nel manifestare la vita e la morte esprime la simultaneità temporale.

Questo è accaduto nella esperienza seguente.

Ve la riporto. Lui si chiama Vincenzo.

“Per alcuni anni avevo avuto un gommone e mi piaceva andare su e giù fra il porto di Trapani e le isole Egadi. In un secondo tempo ho acquistato una pilotina che aveva una cabina che mi consentiva di stare comodamente sul mare e potevo cucinare il pesce che pescavo o anche fare dei pisolini sui morbidi cuscini all’interno. A volte andavo insieme ad amici, e a volte uscivo da solo. Era il 1978 e in una giornata bellissima e calda nonostante fosse novembre, mi godevo la solitudine. Ero diretto a Levanzo, avevo pescato viole e sirrane ancorando la barca vicino alla secca del Faro di Porcelli. Mi ero un po’ stancato e mi facevo cullare dal mare fino a quando non mi sono addormentato. Per la prima volta nella mia vita feci un sogno lucido. Mi vedevo dormire e guardavo in maniera consapevole il mio corpo che dormiva. Avevo la sensazione di essere leggerissimo e potevo addirittura volare, in quella strana situazione ho visto una pilotina che si affiancava alla mia e si avvicinava alla secca del Faro di Porcelli. C’erano dei ragazzi che si tuffavano da quella imbarcazione e sembravano divertirsi. Alcuni li conoscevo di vista perché vivevano a Trapani, altri no. Ad un tratto quella pilotina si trasformava in un aereo che a contatto con il mare veniva trascinato nel disastro. Alcuni ragazzi riuscivano a restare a galla e si salvavano altri no e si inabissavano, nonostante volessi aiutarli. Rimasi sconvolto da quella esperienza, ma non sapevo esattamente cosa volesse significare. Purtroppo nel mese successivo, il 23 dicembre 1978 seppi della tragedia a Punta Raisi e dell’aereo precipitato, dove morirono dei concittadini trapanesi. Ho provato un grande dolore e tanta confusione, forse la spiegazione di quello che ho visto sta nel fatto che mi ero ancorato in un punto magico di quel grande mare, che mi ha fatto intravedere il futuro.”

ANGELA SERRAINO

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