Gli idioti

Claudia Marchetti

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Gli idioti

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giovedì 03 Marzo 2022 - 08:00

La terribile guerra a cui stiamo assistendo tra Russia e Ucraina, svela i suoi tratti più drammatici nei racconti di chi ha nel paese natio ancora i familiari, di chi si trova da solo sotto le bombe, come il ballerino italiano Giordano Signorile e di chi è riuscito fortunosamente a scappare ai confini polacchi. Ma c’è un altro aspetto delle ripercussioni che questo conflitto sta mostrando soprattutto all’Europa che già di per sé vacillava, un volto ridicolo a dir poco.

Al di là di alcune discutibili prese di posizione pro Putin – prima fra tutte quella della soprano Anna Netrebko – le prime chiusure nei confronti della Russia provengono dal mondo sportivo e culturale. Se da un canto potrebbe essere visto come un segnale di protesta l’esclusione del Paese dai Mondiali 2022 in Qatar, l’escalation di esclusioni nello sport degli atleti russi e bielorussi rende comunque perplessi: banditi dal Comitato Olimpico Internazionale, dai Mondiali di Volley e Nuoto; la boxe e la Formula Uno hanno cancellato gli eventi in Russia, l’UEFA ha spostato la finale di Champions League da San Pietroburgo a Parigi; stop anche nell’hockey su ghiaccio, nel basket e in altri sport dove in alcuni casi sono state revocate le licenze e in altri è stata chiesta una più vaga appartenenza alla “bandiera neutrale”.

Alle ferme posizioni dello sport, anche quelle del mondo culturale. L’Eurovision Song Contest atteso a maggio a Torino – dopo la vittoria degli italiani Maneskin lo scorso anno – ha chiuso le porte ai cantanti russi, la Royal Opera House ha cancellato il tour dello storico Balletto del Bolshoi, stop anche ai concerti del maestro Gergiev e dell’Orchestra Filarmonica di Vienna alla Carnegie Hall di New York.

Non ci sarà spazio per i russi nemmeno alla Biennale di Venezia, mentre Warner Bros, Disney e Sony hanno bloccato l’uscita dei film “The Batman”, “Turning Red” e Morbius” nei cinema dell’ex URSS. Decisioni al limite e che destano molta perplessità anche perché il popolo russo è sceso persino in piazza contro il proprio Presidente pur di manifestare contrarietà all’insana guerra.

Ancora più grave la decisione, poi revocata, dell’Università Bicocca che aveva deciso di censurare lo studio di Dostoevskij, mentre il Teatro genovese Govi ha pensato di rinunciare al Festival dedicato ai 200 anni dalla nascita dello scrittore russo. Lui che, morto nel 1881, con principi sovversivi, vissuto nella Russia Europea, scrisse “L’Idiota”: “L’idea è di raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi”, diceva l’autore nel 1867. E questo dovrebbe farci vergognare. Fusaro ha ragione, Dostoevskij va studiato non censurato.

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