Ripartono le Orestiadi nel segno di Emilio Isgrò e con il Giufà di Ascanio Celestini

redazione

Ripartono le Orestiadi nel segno di Emilio Isgrò e con il Giufà di Ascanio Celestini

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venerdì 09 Luglio 2021 - 13:33

Ripartono le Orestiadi di Gibellina, che quest’anno celebrano la 40esima edizione. Dopo l’inaugurazione di oggi con la rilettura dell’Agamènnuni dall’Orestea di Emilio Isgrò, ad opera di Vincenzo Pirrotta con la partecipazione musicale di Alfio Antico, domani, sabato 10 luglio (ore 19 al Baglio Di Stefano), avrà luogo l’incontro “Il teatro di Emilo Isgro” a cura di Martina Treu, ricercatrice di Lingua e Letteratura Greca presso l’Università IULM, studiosa di teatro antico, in particolare dei rapporti tra mito, drammaturgia, riscrittura e messinscena contemporanea – curatrice della pubblicazione L’Orestea di Gibellina e altri testi per il Teatro di Emilio Isgrò (collana “Fuoriformato” de Le Lettere, diretta da Andrea Cortellessa), opera che raccogliere la prima edizione critica dei testi teatrali dell’artista siciliano. All’incontro prederanno parte oltre allo stesso Isgrò, Francesca Corrao e Vincenzo Pirrotta.

Il 10 e 11 luglio alle Orestiadi di Gibellina andrà in scena Laboratorio Giufà, progetto inedito per la quarantesima edizione delle Orestiadi, intorno al personaggio letterario della tradizione orale popolare della Sicilia e di tutto il Mediterraneo.

Sabato 10 ore 21 sarà il giorno del debutto di Aspettando Giufà, drammaturgia e regia di Claudia Puglisi con Silvia Scuderi e Pierre Jacquemin (musiche eseguite dal vivo da Dario Sulis e scene di Aurelio Ciaperoni): eroe e anti-eroe tragicomico, Giufà assume caratteristiche specifiche in base alla cultura che lo rappresenta, mettendone in luce le contraddizioni, e divenendo un simbolo della disobbedienza contro le ingiustizie. È uno sciocco ma è furbo, è irriverente nei confronti del potere e, quando agisce seguendo alla lettera i dettami della società, ne rivela tutta l’assurdità. Egli, buffone e sacro, è di fatto il primo personaggio dell’Assurdo. Eccolo, dunque, sulla scena del più rappresentativo fra i testi del teatro dell’assurdo, aspettando Godot, in una sorta di cortocircuito che attraversa lo spazio e il tempo. Proprio sotto quell’albero, che dominava la scena nell’attesa dell’arrivo di Godot, e in compagnia di un personaggio misterioso, Giufà avrà la possibilità di rivivere per farci vedere le contraddizioni e le assurdità della nostra società.

Domenica 11 ore 19.15 sarà la volta di Giufà: Il furbo, lo sciocco, il saggio: la performance narrativa sarà preceduta dalla conversazione su Giufà tra Francesca Corrao e Ascanio Celestini, a seguire Storie di Giufà di e con Ascanio Celestini (musiche eseguite dal vivo da Gianluca Casadei). I racconti dello sciocco sono presenti in ogni parte del mondo e spesso vengono narrati come storielle e non come vere fiabe. Nel Mediterraneo questo personaggio ha persino nomi simili come Giucà e Djehà, al paese di mia nonna si chiamava Zi’ Checco». L’istinto e la saggezza popolare del picaro e la dabbenaggine dello scimunito del villaggio, la comicità involontaria del balordo e la brutalità del popolano rozzo: sono questi i tratti che fanno di Giufà uno dei personaggi più amati della tradizione della fiaba italiana. Di origine siciliana, i suoi caratteri universali si prestano alla trasposizione delle sue storie a ogni latitudine, e fra le più riuscite c’è quella recente e tutta romanesca di Ascanio Celestini.

Al termine dello spettacolo dell’11 luglio, dalle ore 21, gli spettatori che lo desidereranno, potranno assistere alla finale degli Europei di Calcio, direttamente al Baglio di Santo Stefano, sotto la Montagna di sale.

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