Operazione antimafia, arrestate 16 persone

redazione

Operazione antimafia, arrestate 16 persone

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martedì 26 Gennaio 2021 - 07:38

Durante il lockdown, Giuseppe Cusimano era sempre attento ai bisogni delle famiglie più indigenti dello Zen. E non certo per generosità. Cercava consensi. Perché era il nuovo capomafia della periferia palermitana. I carabinieri del nucleo Investigativo di Palermo l’hanno arrestato questa mattina martedì 25 gennaio, contro di lui un provvedimento di fermo emesso dalla Procura, che coinvolge altre quindici persone che avrebbero ricostituito un pericoloso clan, quello di Tommaso Natale, nella parte occidentale della città.

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Felice De Benedittis raccontano Giuseppe Cusimano alle prese con incontri e summit riservati. Persino in mare aperto, a bordo di un potente gommone, per non essere intercettato.

Il boss che faceva beneficienza durante il lockdown era il pupillo di Calogero Lo Piccolo, l’erede di una famiglia che ha segnato la storia di Cosa nostra. Quando non distribuiva la spesa, aveva anche maniere piuttosto sbrigative. E minacciava incursioni armate contro chi non accettava le sue disposizioni.

Le intercettazioni hanno individuato il nuovo gruppo di vertice del mandamento di Tommaso Natale.

A capo, viene indicato dagli inquirenti l’imprenditore Francesco Palumeri, il ras del movimento terra nella parte occidentale della città. Non c’era cantiere che sfuggisse al suo controllo. Palumeri sarebbe stato anche il capo della famiglia mafiosa di Partanna Mondello. Allo Zen, c’erano invece Cusimano e Francesco L’Abbate. Al vertice della famiglia di Tommaso Natale, Antonino Vitamia. Nuovi equilibri sul territorio che non erano piaciuti a un vecchio padrino come Giulio Caporrimo, che tornato in libertà reclamava il posto di Palumeri. Ma fu costretto a lasciare Palermo, si trasferì per qualche tempo a Firenze. Diceva: “Questa non è più Cosa nostra, ma cosa come vi viene”». Solo di Cusimano si fidava, ritenendolo mafioso vecchio stampo.

(fonte la Repubblica Palermo)

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