N’drangheta, corruzione e scambi elettorali: 48 arresti. Indagato anche Cesa (Udc)

redazione

N’drangheta, corruzione e scambi elettorali: 48 arresti. Indagato anche Cesa (Udc)

Condividi su:

giovedì 21 Gennaio 2021 - 12:51

Boss, imprenditori, colletti bianchi e politici, tra cui il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa (indagato) e l’assessore al Bilancio Regione Calabria, Francesco Talarico, finito ai domiciliari, sono i soggetti coinvolti nella maxi-operazione contro la ‘ndrangheta coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro. Alle prime luci dell’alba, 370 uomini delle forze dell’ordine, supportati da un elicottero e quattro unità cinofile, hanno eseguito 48 misure di custodia cautelare su tutto il territorio nazionale.

Nell’inchiesta, denominata “Basso profilo“, sono finiti i maggiori esponenti delle famiglie mafiose di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, tra cui ‘Bonaventura’ ‘Aracri’, ‘Arena’ e ‘Grande Aracri’. A vario titolo sono contestati i reati di associazione mafiosa, corruzione, scambio elettorale politico-mafioso, rivelazione di segreto, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, traffico di influenze illecite, accesso abusivo ai sistemi informatici, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente nell’ambito di appalti pubblici.

Tra gli indagati c’è Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, la cui casa romana è stata perquisita. “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente” ha dichiarato Cesa.

Nel comunicato della procura si legge che nel corso delle indagini “… la consorteria ‘ndranghetista” ha interferito nelle “Elezioni Politiche del marzo 2018, per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nel corso delle quali ha stipulato un ‘patto di scambio” con Francesco Talarico, all’epoca candidato a Montecitorio e risultato il secondo dei non eletti. Per i pm, l’obiettivo dei boss era quello di ottenere appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici, banditi da enti pubblici, attraverso la mediazione dell’europarlamentare Cesa in cambio della promessa di un ‘pacchetto’ di voti” per il candidato del suo partito.

I magistrati ricostruiscono anche un incontro avvenuto prima delle elezioni tra Talarico e Natale Errigo, ora in carcere per scambio elettorale politico mafioso e imparentato con esponenti della cosca De Stefano/Tegano di Archi, segnatamente con Saraceno Francesco, condannato in via definitiva per associazione mafiosa. All’appuntamento, a cui hanno partecipato anche altri tra imputati e indagati per mafia, al candidato dell’Udc è stato confermato “il sostegno elettorale” da parte della consorteria.

Al centro dell’inchiesta anche l’imprenditore Antonio Gallo, definito dalla stessa procura “un jolly” in grado di rapportarsi con i membri apicali di ciascun gruppo mafioso. Nell’inchiesta sono coinvolti anche Tommaso Brutto e Saverio Brutto (padre e figlio), rispettivamente consigliere comunale a Catanzaro e assessore comunale a Simeri Crichi, accusati di aver promesso all’imprenditore “delle entrature da realizzare con il contributo del segretario Regionale in Calabria dell’Udc, Franco Talarico, oggi assessore al bilancio della Regione Calabria che avrebbe coinvolto Cesa e altri politici.

Da quando è stata avviata l’indagine, sono stati registrati tramite intercettazioni telefoniche e ambientali più di 250mila dialoghi, i cui contenuti sono corroborati da accertamenti patrimoniali per un giro d’affari complessivo di 250 milioni di euro.

Tra gli arrestati ci sono anche imprenditori di spessore e funzionari della pubblica amministrazione accusati di essere collusi con le organizzazioni criminali. Oltre alle misure cautelari, la Procura di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, automobili, conti correnti bancari e postali. Nell’elenco compaiono anche 59 società, 29 auto, tra cui due Porsche, 77 conti correnti, una imbarcazione, un Rolex e un lingotto d’oro.

L’Udc ha inviato un comunicato di vicinanza al suo segretario che nel frattempo si è dimesso dalla carica:

L’Udc Italia ha trasmesso un comunicato stampa di solidarietà al Segretario Nazionale On. Lorenzo Cesa, coinvolto nella vicenda giudiziaria che ha visto misure cautelari di imprenditori e politici calabresi. Sicuri dell’estraneità ai fatti del Segretario Cesa, ci si augura che quanto prima la Magistratura possa chiarire la posizione dell’On. Lorenzo Cesa.

“Siamo sconvolti e chiaramente molto turbati – dichiara il Coordinatore Nazionale dei Giovani dell’Udc Italia Gero Palermo – I fatti segnalati dalla Magistratura risalgono al 2017, ci auguriamo che l’atto iscritto al nostro Segretario rappresenti un atto dovuto scevro da qualsiasi implicazione sostanziale in questa vicenda. Invitiamo anzi la Magistratura a fare chiarezza al più presto, convinti dell’estraneità ai fatti del nostro Segretario, attorno al quale ci stringiamo con affetto. A nome di tutto il gruppo dei Giovani Udc esprimo massima solidarietà, lo aspettiamo al più presto per riprendere assieme la grande crescita dell’Udc su tutto il Territorio Nazionale”.

Il Responsabile Nazionale agli Enti Locali dell’Udc On. Decio Terrana invita tutti gli iscritti e simpatizzanti dell’Udc Italia alla coesione ed alla vicinanza al Segretario Cesa.

“Oggi è una giornata molto triste, siamo increduli – dichiara l’On. Decio Terrana – Una vicenda del genere in un momento di così grande crescita per il nostro Partito è una batosta; solo restando uniti e coesi supereremo questo momento, certi della posizione del nostro caro Segretario che ci ha già messo a conoscenza che intende chiarire al più presto la vicenda affinchè rientri ogni accusa. Cari Amici, i momenti difficili si superano tutti assieme; stiamo uniti, con la coerenza che da sempre ci contraddistingue e, soprattutto, andiamo avanti con i valori per cui ci battiamo ogni giorno. Siamo in grande crescita su ogni territorio della Penisola; non possiamo fermarci, supereremo anche questo momento difficile e siamo vicini al nostro Segretario che riteniamo estraneo ai fatti”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta