Boom di vendite di biciclette: decolla la bikenomics

redazione

Boom di vendite di biciclette: decolla la bikenomics

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mercoledì 27 Maggio 2020 - 18:42

Durante il lockdown, abbiamo “sofferto” l’incetta talvolta della farina, talaltra del lievito o della pasta; in altri paesi c’è stata penuria di carta igienica. Avreste mai immaginato che, fatte le dovute proporzioni, la merceologia più sfuggente del post-Covid sarebbe invece stata… la bicicletta?

La bici è la nuova carta igienica, e tutti ne vogliono un pezzo”, come qualcuno ha giustamente ironizzato sulla stampa internazionale.

La necessità di distanziamento fisico e le politiche messe in atto dalle maggiori aree metropolitane per ridurre l’impatto della domanda sul trasporto pubblico hanno fatto il “miracolo”. C’è chi, in Italia, ha infatti evocato atmosfere neorealiste, di quando cioè nell’immediato dopo guerra tutta l’Italia pedalava sempre e dappertutto.

Il governo si è impegnato molto per promuovere stili di mobilità più compatibili con una ripresa delle attività ancora irrigidita dal pericolo di contagio, ma per le bici non è tutto negli incentivi, come sembrerebbe di primo acchito.

Le persone hanno iniziato a capire che città intasate praticamente da un solo tipo di veicolo non convengono a nessuno, soprattutto in Fase 2. Molti cittadini si sono messi in sella per dare una possibilità al cambiamento, offrendola così anche agli altri: evidentemente, il senso di responsabilità chiesto dal governo Conte ai cittadini per affrontare Fase 2 non si è fermato solo alla mascherina e alle distanze.

Il boom è, in ogni caso, globale: il The New York Times riferisce che nel paese dell’automobile, gli Stati Uniti, i negozi di biciclette hanno fatto registrare incrementi del 66% per le bici da commuting quotidiano, e anche uno stellare 121% nei modelli ricreativi. I modelli per bambini – un settore importantissimo per fidelizzare nuovi utenti – crescono del 68%, mentre le elettriche hanno fatto segnare un +85%.

Così come negli Stati Uniti, anche nel Regno Unito sono letteralmente spariti i modelli più economici. È ormai impossibile trovare modelli al di sotto delle mille sterline, e il The Guardian ha attribuito la cosa all’improvvisa domanda da parte dei pendolari, che grazie alle restrizioni da Covid iniziano a percorrere distanze considerate impraticabili fino a poco prima.

La bicicletta è il veicolo più efficiente entro gli 8 chilometri di percorrenza (ca. 30’ di pedalata), e sempre più fasce di popolazione stanno finalmente scoprendo anche la multimodalità, ovvero usare più mezzi di trasporto nello stesso tragitto, con la bici al seguito.

Con queste favorevoli premesse, a “soffrire” un po’ ovunque è la capacità produttiva: per fare un esempio, l’ormai celebre Brompton, status symbol delle pieghevoli e primo produttore inglese con cinquantamila pezzi l’anno (è fatta a mano, perfetta per treni, bus e metro, oltre che per l’auto, costo da mille euro in su) ha quintuplicato le vendite online già durante il lockdown. Adesso, i tempi di attesa sono quelli di una Ferrari, e non solo per la Brompton.

L’Italia, Paese più motorizzato d’Europa, è un mercato perfetto per questa Fase 2 di consapevolezza, al punto tale da vedere una altrettanto perfetta tempesta – di vendite.

Matia Bonato, presidente Assobici-Confesercenti Milano, quinta generazione dello storico marchio Rossignoli (dal 1900), fatica a tenere le persone fuori dal negozio.

La filiera è completamente collassata. È come aver parlato un mese fa con qualcuno che fabbricasse mascherine. Telai, componenti, biciclette: non c’è più niente da nessuna parte,” ha detto a Business Insider Italia.

Non è solo una piccola realtà come Rossignoli,” ha continuato Bonato, “anche i grossi marchi non hanno più nulla. Alla riapertura seguita a due mesi di lockdown, oltretutto con il bel tempo e un bonus importante, vediamo una situazione profondamente squilibrata. Tantissime facce nuove, e su alcune biciclette devo chiedere tre mesi di attesa, quando normalmente chi arriva in negozio a maggio va via pedalando.

Le facce nuove in negozio indicano nuova utenza. Il bonus di cinquecento euro e la paura di prendere i mezzi pubblici sono però solo due componenti della “volata” delle vendite. C’è anche la domanda repressa di marzo e aprile, quando i negozi di bici sono rimasti chiusi. Indisponibili anche le riparazioni, per l’incomprensibile codice Ateco che accomuna questo servizio essenziale agli articoli sportivi e da campeggio.

Il grande interesse attuale nei confronti della bicicletta è a prescindere dagli incentivi che il Governo ha inserito negli ultimi provvedimenti,” ha confermato Paolo Magri, presidente di Ancma Confindustria, a Business Insider Italia. “La maggiore propensione all’utilizzo della bicicletta come mezzo per la mobilità urbana sta generando un mix favorevole, che riteniamo possa diventare più strutturale, contribuendo così a un cambiamento culturale.”

L’Italia è il primo produttore europeo di biciclette, con un fatturato (pre-Covid) di € 1,25 Mld. e oltre due milioni e mezzo di biciclette prodotte, il 60% delle quali vendute all’estero.

Crediamo molto nel protagonismo delle due ruote per la mobilità della ripresa. Bici, scooter e moto assicurano infatti un naturale distanziamento sociale, maggiore sostenibilità ambientale, maggiore velocità di percorrenza sui brevi e lunghi tragitti e facilità di parcheggio, ma anche una valida predisposizione all’intermodalità e un minore impatto sul traffico urbano,” ha concluso Paolo Magri.

Se si volesse davvero la svolta, gli incentivi andrebbero d’ora in poi strutturati in una virtuosa triangolazione tra mondo industriale e commerciale, dipendente e datore di lavoro, gestita da provider, secondo il modello inglese del Cycle to Work Scheme, il più collaudato “schema” incentivante del mondo, con importi fino a mille sterline, al netto di IVA e con ulteriori sconti, e in comode rate sullo stipendio.

I nostri cinquecento euro, pur molto efficaci e significativi, escludono infatti l’acquisto di indispensabili accessori, come ad esempio gli antifurti, o anche eventuali dotazioni di legge per ripristinare biciclette già possedute.

Sta intanto cambiando anche il modello di business: dopo le prime sperimentazioni, i grossi player arrivano nel NLT: sì, il noleggio a lungo termine, anche per le bici. È la francese Decathlon a offrire la propria gamma completa di bici anche a noleggio, con pacchetto di servizi inclusi, a partire da € 30/mese.

È una piccola rivoluzione, perché molta utenza non sa e non vuole occuparsi di una bici, ma vorrebbe andarci. Al di là della clientela consumer, un servizio come questo apre scenari importanti per le aziende, che potrebbero d’ora in poi volere una flotta aziendale… a pedale.

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