Finito il lockdown, è ricominciata la voglia di uscire, di passeggiare, di incamminarsi fra la Natura, di respirare l’aria fresca di Primavera e rifare il pieno di sole, di mare e dunque anche di “sale”, elemento a noi molto affine e di cui siamo beatamente circondati. E allora, scarpinando allegramente, è stato facile giungere in quello che è considerato “uno dei più suggestivi tratti costieri mediterranei”, quel Parco della Salinella appunto, dove, tra l’altro, si possono ammirare gli antichi resti dell’antico porto di epoca romana, segno tangibile di una dominazione storica che ha arricchito la Storia di Lilybeum.
L’allegria si è però trasformata in delusione. Quella che negli intenti più recenti si voleva addirittura adibire a “spiaggia di città” meta di numerosi turisti, attratti anche dalle bellezze sottomarine di Punta Alga, è in realtà un agglomerato di rifiuti, di sporcizia, di desolante degrado. Le immagini pubblicate sono più eloquenti di qualsiasi parola di sdegno e di rabbia.
Plastica, materassi, sanitari, pneumatici, vecchi elettrodomestici, mobili, sedie, giocattoli. C’è tutto quello di cui la società “rinata” post lockdown ha deciso di sbarazzarsi. Fra le quattro mura domestiche abbiamo sognato un mondo “diverso”, più pulito, una società più altruista, un amore “rinnovato” verso l’ambiente e i nostri simili. Tutti uniti, tutti insieme, abbiamo auspicato una purezza perduta, mentre fuori, il Covid19 si aggirava beffardo e mieteva vittime. Abbiamo sperato e pregato, convinti che la quarantena ci avrebbe cambiati, di certo migliorati. Bentornati alla normalità.
Tiziana Sferruggia