Coronavirus, durissima presa di posizione dei farmacisti: “Non abbiamo ricevuto le mascherine promesse”

redazione

Coronavirus, durissima presa di posizione dei farmacisti: “Non abbiamo ricevuto le mascherine promesse”

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martedì 05 Maggio 2020 - 16:49

“L’inizio della ‘fase 2’, con il rientro al lavoro di milioni di cittadini, richiede una maggiore disponibilità di mascherine. Federfarma nazionale già da tempo si è attivata rendendosi disponibile da subito a distribuire gratuitamente le mascherine della Protezione civile”.

Lo dichiara Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e segretario nazionale di Federfarma, che aggiunge:

“Federfarma ha chiesto un prezzo controllato, allo scopo di evitare le speculazioni di cui è stata vittima la farmacia italiana e che si sono abbattute sui cittadini. E ha infine chiesto l’abolizione dell’Iva su questi dispositivi indispensabili oggi più che mai”.
Purtroppo – constata Tobia in un comunicato stampa, il Paese deve affrontare gli eventi senza un’adeguata preparazione.

Ad oggi in molte farmacie le mascherine non sono arrivate. La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito. Le mascherine continuano a essere vendute nelle poche farmacie che ne sono fornite, ad un prezzo pubblico di 50 centesimi più Iva, quindi a 61 centesimi, non essendo stata ancora abolita, come promesso dal governo, l’aliquota del 22%”.

Secondo Tobia la responsabilità non è sicuramente dei farmacisti, coloro che rispondono direttamente ai cittadini sopperendo in questo momento di emergenza nazionale alle carenze di qualcun altro. “Addebitarci responsabilità non nostre non risolve il problema. Avviare la ‘fase 2’ senza un’adeguata dotazione di mascherine potrebbe fare risalire velocemente la curva dei contagi”. “Oggi le mascherine sono quasi del tutto introvabili, a Palermo come in tutta Italia. Ma a subire le comprensibili reazioni dei cittadini, che giustamente pretendono di trovare le protezioni individuali, ci siamo solo noi farmacisti esposti in prima linea.

Siamo stanchi, ma di essere mandati allo sbaraglio senza alcun supporto concreto sin dall’inizio della pandemia – incalza Tobia – . Non ci siamo mai sottratti al dovere di restare aperti, anche senza mascherine né altre protezioni, al servizio dei cittadini, dai quali raccogliamo continue attestazioni di stima per il nostro operato. Il servizio di dispensazione dei farmaci è stato sempre garantito. Risultato? Ben sedici nostri colleghi sono morti a causa del contagio. Un prezzo altissimo pagato dalla nostra categoria. Eppure qualcuno cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che siamo speculatori”.
“Bisogna bonificare il dibattito politico – sottolinea Tobia – dalla questione del prezzo di un prodotto che non c’è, e darsi tutti da fare per dare risposte al bisogno di tutela dei cittadini”.

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