Calcio fermo, cosa sta succedendo al mercato delle scommesse

redazione

Calcio fermo, cosa sta succedendo al mercato delle scommesse

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venerdì 17 Aprile 2020 - 17:15

Le scommesse ai tempi del Coronavirus, si potrebbe iniziare così per descrivere quello che sta succedendo in questo momento storico così particolare. L’Italia, così come il mondo intero, si trova a dover fronteggiare un nemico nuovo, sconosciuto, con tutto ciò che questo comporta in termini di complessità.
Il virus si sta abbattendo non soltanto sulla salute dei cittadini ma anche sulle economie dei paesi mettendole a dura prova. Nessun comparto è escluso, anche quelli che da sempre erano il fiore all’occhiello in materia di entrate per lo Stato. Tra queste può essere certamente citato il calcio, una miniera d’oro per l’Italia in grado di produrre un giro di affari di quasi 5 miliardi dei quali circa 1,2 finiscono proprio nelle casse dello Stato.
A questi numeri devono poi essere aggiunti quelli generati da un altro comparto particolarmente ricco: quello delle scommesse sul calcio. Oltre il 70% del totale delle scommesse sportive, ovvero 8 miliardi di euro, sono riferite proprio al pallone. Una platea enorme, quella degli appassionati di scommesse, che ad oggi può solo aspettare o puntare in modalità live sui pochi campionati in essere: uno soltanto per la precisione, visto che i campionati sono tutti fermi a parte il calcio bielorusso e poco altro, come si può vedere analizzando le scommesse live del sito Betnero. Attualmente gli incontri della Bielorussia Premier League sono gli unici sui quali è possibile scommettere.
Tornando ai numeri generati dalla azienda calcio e dalle scommesse, questi ci fanno comprendere meglio quanto sia disastroso, a livello economico, lo stop al campionato di Serie A dovuto al Coronavirus. Non per niente si sta provando a fare di tutto per riprendere il campionato il prima possibile: il presidente della Federcalcio,Gabriele Gravina ha più volte ribadito l’esigenza e la volontà di ripartire quanto prima.
Sono al vaglio diverse soluzioni, anche perché la complessità sarà legata all’esigenza di dover prendere una decisione di insieme, mettendo d’accordo tanti soggetti: dal Governo al mondo scientifico passando per le società di calcio e gli organi di gestione, quali Coni e Federazione per l’appunto.
Le esigenze sono diverse, al primo posto dovrebbe esserci quella di preservare il più possibile la salute; non tanto dei semplici cittadini, visto che qualora si riprendesse lo si farebbe ovviamente a porte chiuse. Ma soprattutto quella dei calciatori e dei vari tesserati, onde evitare che una ripresa affrettata dettata da esigenze economiche si trasformi in un veicolo per una nuova diffusione del virus.

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