«Papà, io resto al nord. Non avere paura, la solitudine la vinco dedicando il mio tempo agli altri»

Tiziana Sferruggia

«Papà, io resto al nord. Non avere paura, la solitudine la vinco dedicando il mio tempo agli altri»

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sabato 04 Aprile 2020 - 18:59

Una testimonianza toccante, semplice e vera. Una bella e giovanissima studentessa originaria di Campobello di Mazara, ha voluto raccontarci la sua esperienza di grande solitudine ma anche di grande senso di responsabilità. Lei ha scelto di restare al nord, di non salire su nessun treno, scappando nella notte alla volta del Sud, e trascorre le sue giornate studiando e dedicando il tempo libero alla solidarietà, aiutando chi ha bisogno, chi non può uscire da casa. Un esempio di determinazione

Mi chiamo Francesca Aurora e sono una ragazza siciliana. Sono nata a Campobello di Mazara, piccolo centro belicino. Questo è il mio primo anno lontana da casa. Da settembre, dopo essermi diplomata, vivo a Genova. Sono una studentessa universitaria iscritta alla facoltà di Scienze Politiche e mi mantengo fuori sede anche grazie ad una borsa di studio.

A causa dell’emergenza covid-19 sono rimasta,come tanti altri miei coetanei,bloccata al nord lontana da famigliari e amici di cui sento terribilmente la mancanza,ora più che mai.

Quando ancora la zona rossa non era stata estesa a tutta Italia, mio padre mi aveva implorata di scendere,ma io, nella speranza di poter ricominciare a frequentare le lezioni ho deciso di non dargli ascolto e restare. Non mi aspettavo,come tutti d’altronde, ciò che sarebbe accaduto la settimana seguente.Ma io ho dovuto prendere una decisione,difficile e sofferta ma necessaria: restare,per non metter in pericolo la mia famiglia e me stessa,per non rischiare di contrarre il virus durante il viaggio.Mentre altri scappavano sui treni, di notte, reprimendo ogni senso di responsabilità, io sono rimasta qui,a 18 anni e per la prima volta completamente sola e lontana da tutti.I primi giorni sono stati difficili, il senso di solitudine era opprimente soprattutto perchè vivendo in una residenza universitaria ho solo una camera a mia disposizione.

Poi, con lo scorrere del tempo è andato alleviandosi,tra una videochiamata e una videolezione e adesso i social sono l’unico modo per socializzare.Ma l’attività che sicuramente mi ha salvata dall’impazzire è il volontariato che svolgo tre volte a  settimana circa presso il circolo operaio di Sestri Ponente e con cui io e numerosi altri volontari ci impegniamo a servizio del quartiere nella consegna di spesa,farmaci e beni di prima necessità alla gente che non può uscire di casa (magari perchè in quarantena), agli anziani e a chi abbia problemi di salute. E’ dedicando il mio tempo agli altri che esso scorre più velocemente.E’ nella solidarietà che sto superando la lontananza dalle persone che amo.

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