La scrittrice marsalese Carla Maria Pellegrino scrive a Liliana Segre: “Mai dimenticare la memoria”. E la senatrice risponde…

redazione

La scrittrice marsalese Carla Maria Pellegrino scrive a Liliana Segre: “Mai dimenticare la memoria”. E la senatrice risponde…

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lunedì 09 Dicembre 2019 - 18:14

“Egregia senatrice Liliana Segre, mi chiamo Carla Maria Pellegrino e sono una scrittrice esordiente disabile di ventinove anni. Ho un’emiparesi alla mano destra che mi impedisce di muoverla. La mia disabilità, non mi ha impedito di realizzare uno dei miei sogni più belli. Scrivere un libro e pubblicarlo l’anno scorso”. Esordisce così la missiva che la giovane marsalese Carla Maria Pellegrino, ha inviato alla senatrice, che in queste settimane ha ricevuto la cittadinanza onoraria di diversi comuni italiani e della Provincia di Trapani. Carla è una scrittrice che ha fatto commuovere tante persone con il suo romanzo “Noi tre” che racconta il suo percorso di vita e familiare. Ma nel frattempo sta per completare gli studi all’Università di Palermo con la specialistica in Psicologia Clinica.

“Le scrivo innanzitutto per esprimerle la mia solidarietà su quello che le sta accadendo – continua Carla -. Trovo vergognoso e rimango ogni giorno senza parole su come la nostra società stia diventando e mi chiedo quando dal passato s’imparerà a guardare, per andare avanti e costruire un futuro di pace e unione. Ho sempre considerato le persone di religione ebraica “i miei fratelli maggiori” e tutta questa situazione d’intolleranza e d’odio mi ferisce profondamente. Il mio interesse per la cultura ebraica è nato tra i banchi della scuola elementare, prima con il diario di Anne Frank, che ancora oggi considero il mio esempio di vita e poi con Primo Levi. Sono stati i primi due autori che mi hanno fatto aprire gli occhi su dove la crudeltà umana si può spingere e da allora ho promesso a me stessa che mai avrei dimenticato la memoria di questo periodo”.

E da qui parte il racconto di un viaggio che la studentessa e scrittrice ha compiuto nel 2017 ad Auschwitz, in pellegrinaggio. “Tante emozioni in quel 28 agosto si sono accavallate dentro il mio cuore – ricorda -. Osservando il volto dei prigionieri, non vedevo solo delle fotografie, mi sembrava di poter scorgere la loro anima. Entrando nella camera a gas ho pensato: se fossi nata ottant’anni fa, lì dentro potevo esserci anch’io! Sì potevo esserci, la vita però mi ha dato la possibilità di nascere in un’epoca e in una nazione di pace, dove il mio unico impegno è combattere per gli ideali in cui credo e cercare di tener vivo il ricordo della memoria. Nel mio secondo romanzo, che ho scritto e adesso si trova in fase di correzione, sto cercando di attuare l’impegno preso, parlando anche di cultura ebraica. Ho letto anche un suo libro “Scolpitelo nel vostro cuore” e sicuramente ne leggerò altri. Oltre a rimanermi incise le parole scritte e la storia della sua famiglia, di suo padre Alberto e dei suoi nonni, Olga e Pippo, mi è piaciuto molto leggere che lei considera i ragazzi con cui parla i “suoi nipoti” e anche se adesso sono un po’ cresciuta, mi permetto di dirle che mi sono sentita anch’io un po’ sua nipote. E sono fiera che esistano donne come lei. Non demorda mai, qualunque critica le facciano. La memoria ha bisogno di testimoni. Io da lontano la sostengo e sogno un giorno d’incontrarla. Chissà se le nostre strade si possano incrociare!”.

Carla Maria Pellegrino porta l’esempio del recupero di valori sani, oggi in bilico, sempre più precari. Principi da non disperdere in questi tempi bui. E questa sua lettera è andata a buon fine: proprio nelle stanze della senatrice Segre, donando alla tenace cittadina marsalese una risposta piena di entusiamo e coraggio ad andare avanti: “Gentilissima Carla Maria, la Senatrice Segre la ringrazia davvero per la sua vicinanza e per il suo impegno, per le sue sensibili parole. Un forte abbraccio da “nonna Liliana” ad una nipote ideale. Certa che il testimone della Memoria verrà custodito in buone mani, perchè il futuro non si chiuda nell’oblio”.

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