Nei mesi scorsi un gruppo di cittadini aveva presentato un esposto all’attenzione dei carabinieri di Marsala, per segnalare la presenza di una discarica abusiva in contrada Rinazzo, probabilmente frutto dell’attività di una ditta che smaltisce materiale tossico. Adesso si registra una nuova presa di posizione sull’argomento da parte del gruppo – denominato “Ambientalisti per natura” – di cui fanno parte Patrik Basile, Salvatore Pisciotta, Giampiero De Vita, Clara Buffa, Cristina Laudicina ed Elena Milazzo. In particolare, i firmatari della nota accusano di inerzia l’amministrazione comunale ed evidenziano come da un lato si segua il movimento d’opinione sorto intorno a Greta Thunberg, dall’altro si assista alla continua proliferazione di discariche a cielo aperto.
“Ad oggi è vietato abbandonare i rifiuti ma troppi cittadini lo fanno. Ad oggi è reato da parte delle aziende abbandonare rifiuti ed è un’aggravante abbandonare rifiuti tossici. Se quanto detto è considerato reato significa che ci sono già delle Leggi per punire anche pesantemente chi inquina, basta che le autorità competenti vengono a conoscenza del reato per indagare e bloccare i malfattori anche vincolando loro la libertà personale affinché non reiterino. La politica locale, informata dei fatti, può intraprende delle azioni legali, con le Leggi già in vigore, per tutelare l’ambiente e di conseguenza anche la salute dell’uomo. Come può il cittadino comune aiutare la giustizia e le amministrazioni locali? Tramite segnalazioni, esposti, querele, ecc. Bene, nei primi giorni di maggio avvisati i carabinieri di una discarica abusiva di materiale altamente inquinante come resine, fibre di amianto e eternit, avvisata la politica locale e in speciale modo l’amministrazione del comune di Marsala per competenza del territorio ad oggi a distanza di 5 mesi non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata e in data 22 settembre ritornati a controllare riscontriamo che l’ingresso della ex discarica di Buttagana, segnalato dall’onorevole Faraone, è stato ripulito e ripristinato dai rifiuti, il malfatto esposto ai carabinieri qualche settimana prima della segnalazione di Faraone da tre cittadini non è stato neanche degno di una perimetrazione”.
“Eppure – prosegue la nota – quei rifiuti tossici si trovano dentro un alveo di un fiume che sfocia a Birgi, fiume che ospita fauna e flora protetti, lo stesso fiume che disseta le greggi di pecore che si trovano ad attraversarlo, quelle stesse pecore che ci donano il latte per la ricotta, la tuma, la vastedda, il pecorino, il burro e tanto altro. Visto che l’abbandono di materiali tossici continuano proprio in quel punto già a conoscenza della procura e della politica locale, ci chiediamo come mai non sono stati ancora individuati i colpevoli tramite delle foto trappole, appostamenti, analisi dei rifiuti, Indagini serie insomma. Come mai l’amministrazione di Marsala non ha ancora disposto la pulizia e il ripristino dell’area? Forse si attendono le piogge per dilavare il tutto e per distribuire i veleni nei terreni che lambiscono il fiume e il mare mediterraneo. Siamo ancora convinti che dobbiamo pretendere altre Leggi quando non siamo in grado di far rispettare quelle vigenti? In allegato il video per comprendere meglio di cosa si tratta, per comprendere la vastità del disastro e per far notare quanto la nostra procura e l’amministrazione comunale siano vogliosi di proteggere il nostro ambiente e la nostra salute”.