Beatrice (non quella di Dante)

Gaspare De Blasi

Marsala

Beatrice (non quella di Dante)

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sabato 21 Settembre 2019 - 07:19

Ora che dopo avere attraversato, con il passo del gambero, tutto quello che veniva una volta definito l’arco costituzionale, la ex ministra Beatrice Lorenzin è approdata nel Partito Democratico. E’ stata salutata dal segretario nazionale Nicola Zingaretti in persona (un autentico gentiluomo…). La ricordiamo e del resto non è accaduto tantissimi anni fa, quando ricoprì il ruolo di ministro della sanità con una caratteristica: fu riconfermata, dopo essere stata nominata dal Enrico Letta, anche da Matteo Renzi e da Paolo Gentiloni. Erano tutti e tre premier del PD (ora però Renzi…) dove volete che approdasse adesso l’allora ministro della salute? Ricordiamo di lei le lunghe ed aspre polemiche sui vaccini ai bambini con il mondo accademico della medicina. Argomento per il quale il Paese è ancora diviso sebbene le leggi che obbligano i genitori a vaccinare i figli, vanno rispettate comunque…

Ma un altro argomento vogliamo affrontare e girare alle donne democratiche anche della nostra città. Nel settembre 2016 ( la “nostra” era ministra) è stata oggetto di forti contestazioni in merito al lancio in Italia della prima campagna di sensibilizzazione alla fertilità promossa dal Ministero della Salute. Si trattava del cosiddetto “Fertility Day” e la polemica scoppiò a causa del contenuto dei messaggi di comunicazione elaborati dal dicastero e ritenuti da molti lesivi della dignità della donna. Beatrice Lorenzin promise subito di riformulare la comunicazione, ma le modifiche apportate fecero crescere ulteriormente le polemiche fino ad arrivare ad accuse di razzismo. In quei giorni la ministra che sensibilizzava le donne verso la maternità, fu ospite della collega Lilly Gruber nella sua trasmissione otto e mezzo su La7.

La giornalista la incalzava cercando di farla rispondere alle domande che anche a noi sembrarono appropriate: “Perché non adeguare i tempi delle donne madri che lavorano alle esigenze dei loro figli?”; “Non sarebbe più giusto creare posti di lavoro per permettere alle donne di organizzare la loro vita in virtù del fatto che messo al mondo un figlio lo possano mantenere?”; “E i costi degli asili nido non sono divenuti insostenibili?”…e via così domandando. Alla banalità delle risposte delle quali citeremo quella che secondo l’allora ministro il “Paese rischiava di diventare deserto”, Lilly Gruber evidentemente e palesemente risentita chiese alla Lorenzin come mai fosse diventata mamma soltanto all’età di 44 anni alla faccia del Fertility Day? Riposta della ministra: “…mi è mancata la materia prima”. Non so se si usa più questo termine. Democratiche di Marsala e di Petrosino vedete che “compagna” vi è arrivata? Ora avete la stessa tessera.

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