Caccia a Messina Denaro: arresti e perquisizioni in tutta la provincia di Trapani

Gaspare De Blasi

Caccia a Messina Denaro: arresti e perquisizioni in tutta la provincia di Trapani

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martedì 11 Dicembre 2018 - 07:25

Richiama la mitologia greca e la dea della discordia, l’operazione “Eris” con cui le forze dell’ordine hanno inferto un ulteriore colpo alla rete di fiancheggiatori e sodali di Matteo Messina Denaro. Ieri mattina, prima dell’alba, i Carabinieri del Ros del Comando Provinciale hanno effettuato una vasta attività di perquisizione tra Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara, Marsala, Salemi e Custonaci, nei confronti di 25 indagati. L’attività, che ha impiegato circa 200 militari, rientra nell’ambito delle indagini del Ros, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, mirante alla cattura del boss latitante, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio mafioso. Nel corso delle perquisizioni sono stati arrestati due indagati detenzione illegale di armi: si tratta di Giovanni Como (fratello di Gaspare, cognato di Matteo Messina Denaro) e dell’imprenditore mazarese Diego Vassallo; sono inoltre state sequestrate apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, nonché documentazione già al vaglio dei tecnici e degli analisti del R.O.S.

Contestualmente i Carabinieri hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di Matteo Tamburello, figlio di Salvatore (deceduto) e considerato, così come il padre, esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

Questi i nomi dei soggetti indagati nell’operazione Eris: Salvatore ed Epifanio Stellone di Campobello di Mazara, Gioacchino Sorrentino (Marsala), Vincenzo Leone (Castelvetrano), Francesco Verde (Castelvetrano), Luigi Caradonna (Castelvetrano), Aurelio Giardina (Castelvetrano), Giuseppe Oliviero Oliveri (Castelvetrano), Mario Mazzara (Custonaci), Ignazio Chiaramonte (Mazara del Vallo), Giovanni Petralia (Salemi), Diego Angileri (Marsala), Giuseppe Bianco (Santa Ninfa), Francesco Martino (Castelvetrano), Giovanni Como (Castelvetrano), Baldassare Di Gregorio (Mazara del Vallo), Maria Guttadauro (Palermo), Giovanni Lamberta (Mazara del Vallo), Vito Signorello (Castelvetrano), Baldo Triolo (Castelvetrano), Giovanni Vassallo (Mazara del Vallo), Diego Vassallo (Mazara del Vallo).

Al centro dell’operazione Eris i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano nel cui alveo sono state documentate qualificate interlocuzioni intrattenute da Tamburello con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, Gaspare Como, cognato di Messina Denaro arrestato lo scorso aprile nell’ambito della indagine “Anno Zero”. Le investigazioni sull’aggregato mafioso mazarese hanno permesso di individuare la fase riorganizzativa degli assetti di vertice, fornendo importanti elementi sulla sua collocazione strategica nelle relazioni criminali nella Sicilia occidentale. Particolare attenzione da parte degli investigatori è stata data alle interlocuzioni avvenute tra Tamburello e altri esponenti mafiosi del mazarese arrestati negli ultimi anni, dal boss Vito Gondola (deceduto nel 2017), a Antonino Cuttone, Raffaele Urso e Dario Messina. Le indagini hanno infine permesso di appurare che Tamburello programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto sito in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori. Tale attività rappresentava per Tamburello l’occasione per poter ripartire e costituiva un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.

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Vassallo

Vassallo

A seguire il comunicato stampa integrale dei Carabinieri del Ros:

Questa mattina, nei comuni di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Custonaci, i Carabinieri del R.O.S.e del Comando Provinciale di Trapanistanno svolgendo delle mirate attività di perquisizione nei confronti di 25 indagati, ritenuti a vario titolo – grazie alle complessive indagini svolte -fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di MESSINA DENARO Matteo.

L’attività, che vede l’impiego di circa 200 Carabinieri, costituisce un’ulteriorefase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal R.O.S., con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, per la cattura del predetto latitante, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio.

Le perquisizioni dei numerosi obiettivi individuati (tra cui abitazioni, proprietà rurali ed esercizi commerciali) hanno già permesso di:

  • arrestare in flagranza di reato due degli indagati, trovati rispettivamente in possesso di pistole illegalmente detenute (una Baby Browning cal. 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver cal. 22 con 20 cartucce);
  • sequestrare apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, nonché copiosa documentazione, materiale questo che è già al vaglio dei tecnici e degli analisti del R.O.S. e che potrà fornire spunti utili per il proseguo delle investigazioni.

Contestualmente i Carabinieri operanti hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delittoemesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di TAMBURELLO Matteo, esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

Al centro di questa indagine sono i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano nel cui alveo sono state documentate qualificate interlocuzioni intrattenute da TAMBURELLO con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, COMO Gaspare, cognato del latitante Matteo MESSINA DENARO, arrestato sempre dal R.O.S. lo scorso aprile nell’ambito della indagine c.d. “ANNO ZERO”.

Como

Como

Le investigazioni sull’aggregato mafioso mazarese hanno permesso di individuare la fase riorganizzativa degli assetti di vertice, fornendo importanti elementi sulla sua collocazione baricentrica nelle relazioni criminali nella Sicilia occidentale.

 

Le Indagini SulMandamento Di Mazara Del Vallo

Nell’ambito della manovra sviluppata dal R.O.S. per la ricerca e la cattura del latitante MESSINA DENARO Matteo, nel novembre del 2015, veniva avviata un’attività investigativa sul mandamento di Mazara del Vallo, storica roccaforte ed influente realtà di cosa nostra trapanese.

Tale aggregato mafioso, secondo le risultanzedell’odierna indagine, continua a rappresentare una entità strategica nelle dinamiche criminali d’area.

TAMBURELLO Matteo, figlio del fu Salvatore (già autorevole esponente del mandamento fino al suo decessoavvenuto nell’agosto del 2017), era stato scarcerato nel novembre del 2015 dopo aver scontato la pena per aver diretto, in qualità di reggente, la famiglia mazarese di cosa nostrafino al 2006; alla scarcerazione TAMBURELLO veniva sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in Mazara del Vallo ove aveva ottenuto un’occupazione presso una cava di calcarenite.

Le indagini del R.O.S., condotte anche grazie all’ausilio di mezzi tecnici, svelavano sin da subito che TAMBURELLO, oltre a coordinare le attività all’interno della cava, era di fatto socio occulto dell’attività imprenditoriale in parola che, peraltro, era stata avviata solo grazie a somme di denaro reperite presso terzi esclusivamente in virtù della autorevolezza (mafiosa) di cui godeva TAMBURELLO a Mazara del Vallo.

Il prosieguo delle indagini avrebbe ben presto svelato che TAMBURELLO Matteo aveva nuovamente acquisito un ruolo molto attivo nella locale articolazione mafiosa la cui reggenza tuttavia, come già emerso nell’ambito dell’operazione “ANNO ZERO”, era stata affidata a MESSINA Dario, soggetto con il quale TAMBURELLO ha avuto comunque contatti riservati.

Dalle indagini svolte è emerso inoltre che TAMBURELLO Matteo, in forza della risalente affiliazione a cosa nostra quale membro di una delle più autorevoli famiglie mafiose mazaresi, aveva nuovamente acquisito un ruolo di rilievo che lo portava ad intrattenere incontri riservati con esponenti di primo livello della medesima consorteria.

Tra i soggetti in rapporti con TAMBURELLO meritano di essere segnalati GONDOLA Vito (fu reggente del mandamento mafioso mazarese, deceduto a luglio del 2017),CUTTONE Antonino (storico affiliato alla famiglia mazarese e consigliere economico del fu AGATE Mariano),URSO Raffaele (anche egli arrestato nell’operazione “ANNO ZERO”poiché ritenuto al vertice della famigliamafiosa di Campobello di Mazara), e MESSINA Dario che lo incontrava dopo essersi visto poco prima con COMO Gaspare (cognato di MESSINA DENARO Matteo e all’epoca reggente del mandamento di Castelvetrano).

Tamburello

Tamburello

Per collocare nel giusto contesto la sequenza degli incontri riservati tra Dario MESSINA e Gaspare COMO e tra Dario MESSINA e Matteo TAMBURELLO, è altresì necessario considerare che pochi giorni prima, il 13 luglio 2017, era deceduto Vito GONDOLA, per ultimo sottoposto agli arresti domiciliari per ragioni di salute a causa della sua collocazione al vertice del mandamento mafioso di Mazara del Vallo.

Il sostentamento alle famiglie dei detenuti

Ulteriori elementi a carico di TAMBURELLO Matteo emergevano dalle risultanze delle indagini svolte sul conto di VINCI Fabrizio,imprenditore ritenuto affiliato alla famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, tratto in arresto a maggio del 2017 dal R.O.S. nell’ambito della indagine “VISIR” poiché responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa.

Dalle investigazioni emergeva infatti che VINCI aveva sostenuto economicamente TAMBURELLO Matteo quando era detenuto, acquistando da questi un bene strumentale a prezzo fortemente maggiorato.

L’odierno impegno investigativo ha inoltre permesso di dimostrareche il legame tra i due esponenti della medesima consorteria non si è mai interrotto e in tal senso sono stati documentatidiversi incontri avvenuti tra TAMBURELLO e VINCI all’interno della cava di calcarenite di fatto riconducibile allo stesso TAMBURELLO.

Nel pieno rispetto delle regole mafiose sulla assistenza ai detenuti, allorquando il 10 maggio 2017 VINCI veniva tratto in arresto, TAMBURELLO si interessava immediatamente affinché venisse fornito adeguato sostentamento alla famiglia dell’affiliato.

I Profili Economico-Imprenditoriali Delle Attività D’indagine

Le indagini hanno infine permesso di appurare che TAMBURELLO programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto sito in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori.

Tale attività rappresentava per TAMBURELLO l’occasione per poter ripartire e costituiva un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.

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