Peppe Servillo apre le Orestiadi con “L’histoire du soldat”

redazione

Peppe Servillo apre le Orestiadi con “L’histoire du soldat”

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giovedì 13 Luglio 2017 - 12:12

Sarà l’artista partenopeo Peppe Servillo a inaugurare la XXXVI edizione del Festival Internazionale delle Orestiadi di Gibellina, diretta da Claudio Collovà. Sabato 15 luglio alle 21.15 il fondatore degli Avion Travel proporrà assieme ai Pathos Ensemble “L’histoire du soldat”. Il giorno seguente domenica 16 luglio la Compagnia Marionettistisca Fratelli Napoli presenterà La tragedia di Macbeth. Il festival che si svolgerà quest’anno dal 15 luglio al 12 agosto presenta: 20 spettacoli; 7 concerti; 4 prime nazionali; 1 mese di eventi.

Il pubblico delle Orestiadi potrà usufruire degli spazi della Fondazione per visitare il Museo delle Trame Mediterranee. Le nuove mostre allestite, curate dall’architetto Vincenzo Fiammetta, in coincidenza con le date dei primi due spettacoli, sono le seguenti: Mimmo Paladino a Gibellina, il cui vernissage è previsto per sabato 15 luglio alle 19.00 alla Fondazione Orestiadi; domenica 16 si svolgerà l’inaugurazione di A29 Palermo Gibellina, alle 19.30.

Sarà possibile degustare i prodotti gastronomici a chilometro zero accompagnandoli con i prodotti della cantina Tenute Orestiadi.

SCHEDE

Sabato 15 luglio, ore 21.15

Peppe Servillo e Pathos Ensemble – Napoli

Histoire du soldat

Un percorso a ritroso tra le due guerre mondiali

voce recitante: Peppe Servillo

Pathos Ensemble: violino Silvia Mazzon, clarinetto Tommaso Lonquich, pianoforte Marcello Mazzoni

Produzione: Reggio Iniziative Culturali – Reggio Emilia

Nell’anno finale della Grande Guerra, esule in Svizzera

dopo la confisca di tutti i suoi beni a causa della rivoluzione

russa, privo di ogni mezzo di sostentamento, Igor Stravinsky,

ispirandosi alle fiabe russe di Afanasiev, compose

Histoire du soldat, in collaborazione con lo scrittore Charles-

Ferdinand Ramuz, anch’egli profugo.

La vicenda narra di un soldato che, tornato a casa in licenza,

viene blandito dal diavolo il quale gli sottrae il violino in

cambio di un libro capace di realizzare ogni suo desiderio.

In tre giorni tutti i sui sogni si realizzano, ma al risveglio,

tornato a casa, si rende conto che sono trascorsi tre anni,

sua moglie si è risposata e il suo posto nel focolare domestico

è stato rimpiazzato. Ridiventato povero, il soldato

riprende il cammino del profugo, giunge nel regno governato

da un re la cui figlia malata sposerà chi sarà capace

di guarirla. Con il suo violino, riconquistato al diavolo con

uno stratagemma, seduce la principessa che, danzando un

tango, un valzer e un ragtime, cade fra le sue braccia. Il tradizionale

lieto fine viene tuttavia rovinato dal diavolo che

reclama il violino e l’anima del soldato come stabilito dal

patto, portandoselo via con una marcia trionfale.

Domenica 16 luglio, ore 21.15

Compagnia Marionettistica Fratelli Napoli – Catania

La Tragedia di Macbeth

Con Fiorenzo Napoli, Agnese Torrisi, Davide Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Salvatore Napoli, Giuseppe Napoli, Alessandro Napoli, Tiziana Giletto Scaragnino, Giacomo Anastasi, Salvatore Costa

Irretito da fatali profezie che gli rivelano la propria segreta

ambizione, Macbeth, fedele guerriero del buon re Duncan,

accelera il compimento della sua sorte, istigato dal luciferino

coraggio della sposa.

Tragedia del male e dell’ambizione, della paura e del rimorso,

nella sua sinistra grandiosità, La tragedia di Macbeth,

composta dal Bardo di Stratford-upon-Avon intorno al

1606, è uno dei massimi capolavori universali per qualità

poetica e per intensità drammatica, sul tema della colpa

e del rapporto dell’uomo con le potenze infernali. Rappresentare

il testo shakespeariano secondo i codici teatrali

dell’Opra catanese è stato possibile non solo per le grandi

potenzialità nascoste nei pupi catanesi, veri e propri attori

di legno, ma anche perché Macbeth, col finale trionfo del

diritto sul tradimento, sulla frode e sull’assassinio, ripropone

quell’aspirazione ad un ordine del mondo più giusto che

è la cifra essenziale dell’Opera dei Pupi.

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