Nerone (forse, molto forse, ci sono studi storici recenti che lo negano), guardava bruciare Roma da lontano e suonava la lira. Erice, per quello che ci riguarda da vicino, ma più in generale diverse località montuose della Sicilia, brucia da diversi giorni. Per fortuna, tranne i curiosi (quelli non mancano mai), nessuno vuole passare alla storia come l’imperatore piromane e in pochi guardano. Ancora una volta ci troveremo a raccontare (giustamente) i vigili del fuoco e il personale della forestale, come gli angeli che portano conforto e salvezza. Giusto, giustissimo. Poi i politici, dopo essere accorsi al capezzale della tragedia (è la loro specialità), si dimenticheranno delle promesse fatte ai territori e al personale. Quest’ultimo attende da anni non solo gli aumenti promessi, ma anche il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da oltre un lustro. I territori invece (vero sindaci?) si sono visti promettere di tutto. Stanziamenti per bonifiche, soldi per il rimboschimento, progetti per rendere più accessibile il ricorso ad eventuali emergenze. E intanto per l’ennesima volta Erice brucia e la Sicilia a pure. Arriveranno le polemiche sui ritardi degli interventi, sulla loro parziale inefficacia e via così bruciando. “Mancano i pezzi di ricambio e i mezzi antincendio sono parcheggiati inutilmente nei depositi”; “personale precario assunto con notevole ritardo”; e poi come sempre… “manca la benzina, andiamo a piedi a spegnere l’incendio”. Sono frasi pronunciate dai vari sindacati di categoria. Non solo in questa circostanza ma verrebbe da dire, quasi sempre. Abbiamo finito questa inutile giaculatoria? Si avremmo finito, e forse non avremmo neppure scritto queste nostre note se non fosse che stavolta c’è stato un autorevole (!) intervento. Quello dell’assessore regionale Maurizio Croce che ha convocato (mentre tutto va a fuoco) un vertice tra i dirigenti del Corpo forestale per capire che cosa non sta funzionando (ci sono le fiamme, che c’è da capire) e ha assicurato che a breve tutto tornerà alla normalità. Senza alcuna aggiunta ecco la dichiarazione dell’esponente della giunta Crocetta: “Relativamente all’incendio di Erice, trattandosi della provincia di Trapani che è partita con tutta la macchina antincendio al completo già da giorno 15 non si può parlare di ritardo, deve essere chiaro per i sindacati che la macchina antincendio in alcuni casi può bloccare gli incendi ma in alcuni casi non è possibile”. Giudicate voi se queste sono frasi che gli ericini si meritano di ascoltare. Pazienza è già tanto che l’assessore sappia che Erice si trova in provincia di Trapani. Sa anche, ma chi glielo ha detto? Che a volte spegnere un incendio non è possibile! Ma dato che il nostro è una persona seria e non è un bugiardo ha aggiunto: “A Palermo l’ispettorato è un po’ indietro considerato le dimensioni”, conosce la geografia il nostro… “ma molti mezzi sono in funzione e da oggi tutti i buoni benzina sono stati ritirati dall’Eni”. Infine un annuncio (o una minaccia fate voi) “martedì sarò personalmente ad Erice per verificare cosa non ha funzionato, ma adesso basta polemiche”. Senza parole
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