19.00 «Che Antonio D’Alì sia un personaggio vicino alla mafia, non lo hanno creduto i Magistrati che lo hanno giudicato. Ed allora perché questa richiesta di applicazione della misura di prevenzione di obbligo di soggiorno nel Comune di residenza a circa 8 mesi dalla sua ultima assoluzione?». Tanto si domanda l’avvocato Giuseppe Marascia, candidato sindaco per Trapani di “Città a Misura d’Uomo” in merito alla notizia diffusa stamani dai media e coinvolge il senatore e candidato sindaco concorrente. «Non è nostra prerogativa valutare nello specifico l’operato della Procura – continua Marascia -, ma è nostro dovere politico prendere posizione sulla natura non libertaria di misure giudiziarie restrittive adottabili in assenza di un giudizio di condanna». La valutazione politica dell’esponente di “Città a Misura d’Uomo” è esplicita: «Queste normative sono figlie di una politica illiberale e securitaria, che per ironia della sorte è sostenuta in Italia proprio dalla Destra, e quindi da Forza Italia e dalla Lega Nord». «E’, tuttavia, singolare, forse troppo singolare, la puntualità con cui in questo Paese alcuni provvedimenti della Magistratura intervengano nei momenti fondamentali per la democrazia», riflette Marascia.
«Non v’è dubbio – conclude il candidato sindaco del movimento “Città a Misura d’Uomo” – che il voto dell’11 giugno risulterà “inquinato” da un giudizio pro o contro D’Alì. Il prossimo, purtroppo, ancor più di prima, sarà un voto di “pancia”, non collegato ad un ragionamento sui programmi, ma alla leggerezza della “fiction politica” alla quale l’elettore affida il proprio futuro».
16.20 “Apprendo con stupore e sgomento del provvedimento giudiziario che ha colpito l’amico senatore Antonio D’Ali – fa sapere il candidato sindaco a Erice Luigi Nacci, che con il senatore porta avanti il progetto della Grande Città – certamente in un momento storico politico molto delicato per il territorio che ci vede assieme impegnati in una evidentemente difficile campagna elettorale. Nel porgere la mia solidarietà al parlamentare nazionale che ha ben dimostrato con i fatti cosa si può fare nel pieno del proprio ruolo istituzionale, tengo a sottolineare con forza la mia fiducia in una risoluzione serena della vicenda, la cui tempistica lascia a dir poco amareggiati”.
12.45 Arriva anche la dichiarazione del socialista Nino Oddo, alleato di D’Alì in questa campagna elettorale che affida le sue parole ad un post su facebook: “Il senatore D’Ali ieri, un minuto dopo la presentazione delle liste, ha avuto notificata una proposta della procura di Palermo per un soggiorno obbligato. L’udienza si terrà a luglio. E’ del tutto evidente che non siamo di fronte alla classica giustizia ad orologeria telecomandata normale. Ma addirittura in tempo reale. A caldo ho espresso la mia solidarietà per una iniziativa che per le modalità ritengo oltraggiosa delle minime regole democratiche di una società civile quale si picca di essere l’Italia. Il mio essere socialista mi porta ad essere un garantista a tutto tondo e per tutte le stagioni. Ma in questo caso mi sento di dire che le vergognose modalità temporali mettono addirittura in secondo piano gli aspetti giuridici. E mi fa meditare sotto una luce nuova la fiction col commissario Maltese girata a Trapani e trasmessa in questi giorni dalla Rai. Dove si dipinge un inquietante connubio fra alcuni magistrati e ambienti politici. A questo punto attendo di vedere come reagiranno Trapani e i trapanesi. Spero in un sussulto di dignità difronte al palese tentativo di alterare i processi democratici in corso. Al di là di come andrà la competizione elettorale auspico che anche le altre forze politiche e gli stessi candidati sindaci, al di là degli interessi di parte, sappiano mettere al centro il rispetto delle regole minime del nostro apparato costituzionale”.
“Non sono mai stato schierato con il senatore Antonio d’Alì – dichiara invece il consigliere comunale candidato con Fazio Francesco Salone – anzi, l’ho sempre considerato un avversario politico e come tale l’ho contrastato, sul piano della dialettica e del confronto, tuttavia quello che è accaduto oggi mi lascia amareggiato. A mio avviso la magistratura avrebbe dovuto notificare tali importantissimi atti a tempo debito, ben prima della presentazione della candidatura e non un giorno dopo la presentazione delle liste. Da politico che crede nella democrazia e nel confronto, anche aspro quando necessario, ritengo con forza che gli avversari si battono con i voti alle urne e che i cittadini siano liberi di scegliere da chi farsi governare. Una notizia come questa non fa che minare il confronto democratico, disorientare i cittadini e, peggio ancora, alimentare il la sfiducia nella magistratura”.
12.30 Arrivano le prime dichiarazioni del senatore Antonio d’Alì: “La persecuzione giudiziaria continua! Due volte assolto e nuovamente aggredito! Ieri, dopo appena un’ora dalla chiusura della presentazione della mia candidatura e delle liste per l’elezione a Sindaco di Trapani, con tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa, ho ricevuto una assolutamente imprevedibile ed ingiusta proposta di misura di prevenzione per obbligo di soggiorno nel comune di residenza da discutere nel prossimo mese di luglio. Al di là degli aspetti e degli esiti giudiziari, per me certi nella riaffermazione della mia colpita dignità, ma purtroppo anche nella lungaggine di un già patito calvario, il messaggio è inequivocabile: al di fuori del percorso elettorale democratico qualcuno vuole e può far sì che io non possa impegnarmi come Sindaco nel far diventare Trapani la città civile ed all’avanguardia per la quale ho sempre disperatamente lottato.
Quella Trapani del futuro già entrata nei sogni dei Trapanesi appena pochi giorni dopo l’inizio della mia campagna elettorale. Il continuo attacco alla mia dignità dovrebbe allarmare tutti, solo chi ha interesse a non vedere e capire può non chiamarlo una persecuzione che non trova la fine neppure dopo le sentenze di assoluzione. Persecutori e detrattori di un innocente da un lato, avversari senza speranza e adusi alle vie traverse dall’altro, ansiosi del potere in questa mortificata città potranno forse gioirne, e, se mai dovessero averne il consenso, si accomodino pure. Sento il dovere in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale, torno amareggiato a Roma per onorare come di consueto il mandato parlamentare, poiché ritengo che, pure essendo stato assolto da ogni accusa anche in appello, non potrei condurre le opportune iniziative con questo carico di infamia scaricatomi addosso!
Già, io sarei “socialmente pericoloso”! Per mia sventura io sono solamente “politicamente da abbattere”! Lascio ogni valutazione alla capacità di giudizio e di reazione dei Trapanesi, affido il prestigioso bagaglio di idee e di entusiasmo nelle mani del mio partito e di tutti i candidati del mio saldo schieramento e nel cuore delle donne, degli uomini e dei giovani che si sono già con me ufficialmente dichiarati, persone tutte di grandi e indiscutibili qualità morali ed intellettive, che meritano di poter godere del consenso elettorale dei cittadini trapanesi”.
12.19: La DDA di Palermo chiede soggiorno obbligato per d’Alì. I difensori Pellegrino e Bosco: “Provvedimento ad orologeria in concomitanza delle amministrative”
La DDA di Palermo ha chiesto il soggiorno obbligato per il senatore trapanese Antonio d’Alì di Forza Italia. Il provvedimento è stato notififcato agli avvocati difensori Stefano Pellegrino e Gino Bosco. La discussione sul provvedimento si terrà davanti il Tribunale dal prossimo mese di luglio.
“Sin dalla notifica – ci dicono gli avvocati Pellegrino e Bosco – abbiamo rilevato dei vizi procedurali relativi alla proposta di soggiorno obbligato per d’Alì. Non rileviamo alcuna pericolosità sociale nel nostro assistito e, sembra quasi di assistere ad un provvedimento ad orologeria visto che è stato modificato il giorno in cui si consegnavano le candidature alla carica di sindaco della città di Trapani, a cui d’Alì parteciperà. Inoltre ci pare di capire che non si è tenuto conto di due sentenze assolutorie che il senatore d’Alì ha già avuto”. Il parlamentare forzista, nel mese di settembre del 2016, era stato assolto in Appello dall’accusa di “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Da quanto riferiscono dal comitato elettorale, sembra che già stamattina il senatore sia a Roma per discutere con i vertici deil suo partito che atteggiamento intraprendere visto che tra 25 giorni ci saranno le elezioni a Trapani”. E’ possibile, ma non per niente scontato che il senatore d’Alì possa decidere di non confermare la sua candidatura.