Affresco della Madonna della Cava. La vicenda relativa al ritrovamento di un affresco dietro un’ altare laterale della chiesa della Madonna della Cava, ha suscitato un interesse presso i nostri lettori e più in generale nell’opinione pubblica marsalese, che merita un approfondimento. La soprintendenza di Trapani chiama il Gruppo Speleologico di Marsala per effettuare delle riprese tramite la loro tecnologia avanzata, dentro una crepa aperta dietro un piccolo altare laterale. Si sospetta che il muro sia “staccato” dalla parete originale di alcuni centimetri. “Dalle riprese che abbiamo effettuato tramite una telecamera invasiva, appare chiaro che dietro l’altare, nel muro, è presente un affresco – ci ha detto Piero Gallo del“Gruppo Lilibeo Sotterranea”-. Abbiamo fotografato alcune parti dell’affresco raffigurati una figura ed inoltre c’è una scritta: “Franciscu Ballaturi terzo”e una data 1536. Il nostro compito termina. Ora occorre che altre figure professionali diano la loro valutazione su quanto scoperto”. Riannodiamo, con l’aiuto dell’esperto e nostro storico collaboratore Giovanni Alagna, le fila della storia. Leonardo Xavino, rimasto vedovo, decise di vivere in eremitaggio indossando l’abito e vivendo secondo le regole di S. Agostino. Spesso, nel silenzio della notte, proveniente da un pozzo situato in una grotta a lui vicina, sentiva una voce che ripeteva “ Cava”. Inizialmente non riusciva a capirne il significato, fino a quando la Madonna stessa, venendogli in sogno gli indicò un masso o una rupe, esortandolo a scavare, col permesso del vescovo di allora e con l’aiuto di fedeli e devoti, iniziarono i lavori e dopo molti tentativi e anni il 19 Gennaio del 1518, quel masso di dura consistenza cedette mostrando una piccola scultura di Madonna con bambino in braccio. Fin qui la storia mista a tradizione. Fatto sta che nel luogo dove oggi si trova, fu costruita una chiesa, che dovo diverse centinaia di anni 11 maggio del 1943, fu rasa al suolo durante il bombardamento che colpì la città di Marsala nella seconda guerra mondiale. Nel luogo dove ora sorge la grotta che prima era sotto la chiesa, c’erano certamente degli insediamenti di tipo religioso preesistenti alla costruzione della chiesa che fu ultimata verso la fine del ‘500. Questa ricostruzione, unitamente al fatto che una chiesa esisteva già nelle vicinanze nell’odierna piazza Oliva, sgombrano il campo da eventuali equivoci. Se, come si è scritto, l’affresco ritrovato dovesse essere e di epoca antecedente, addirittura risalente ad epoca bizantina non riscriverebbe certamente la storia, essendo il sito, come abbiamo visto, già occupato da religiosi diversi secoli prima della costruzione della Madonna della Cava. Si tratterebbe comunque del rinvenimento di un antico affresco di epoca Normanna o Bizantina. Altro aspetto va collocato intorno all’anno 700 quando l’imperatore d’Oriente, Leone III, ordinò la distruzione di tutte le icone religiose. Se il nostro affresco era già presente è possibile che sia stato “nascosto” dai religiosi che vivevano in quelle grotte. C’è poi da analizzare meglio la firma apposta a margine dello stesso: ““Franciscu Ballaturi terzo”, e la data 1536. Per secoli (in alcune regioni fino al 1820) la datazione ufficiale, con modalità differenti ma comunque affini, si faceva per indizione. Ovvero calcolando, lo affermiamo per semplificare, il tempo in maniera quindicennale. È possibile quindi che quel terzo che appare vicino al nome Franciscu Ballatore, sia da ricondurre al terzo quindicennale del 1500, quando il firmatario creò l’affresco o se già c’era lo restaurò. Comunque ancora tante sono le risposte, e probabilmente tantissime le domande. Su una cosa siamo certi, occorre investire anche in questo settore. Lo facciano la Curia, il comune, la sovrintendenza o anche i privati, interpellando le figure professionali idonee a dare una risposta.
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