Cavallaro e l’italiota, al Baluardo Velasco “la storia siamo noi”…

Claudia Marchetti

Cavallaro e l’italiota, al Baluardo Velasco “la storia siamo noi”…

Condividi su:

lunedì 13 Marzo 2017 - 17:48

Monologo-varietà per Marco Cavallaro in quel del Baluardo Velasco di Marsala. L’attore comico siciliano è tornato per la rassegna BaluArte per il quarto anno lasciando tanti sorrisi al suo pubblico. Video-proiezioni e intervalli musicali di uno spettacolo, “L’italiota”, che si presenta come una vera e propria storia semi-seria dell’italiano medio. Sì patriottismo ma con ironia. Perché questa Italia da Berlusconi a Renzi, dalle bugie che ogni giorno la tv ci dà come cibo da masticare, può salvarsi solo grazie al popolo italico, macchietta che alla fine si fa conoscere nel resto del mondo per il suo patrimonio artistico e culturale, il più vasto della terra, per la buona cucina e il cuore grande.

Una storia raccontata quasi a ritroso, dall’oggi, da quello che siamo, da una cultura priva di valori ai grandi italiani che hanno scritto la storia del nostro Belpaese. Dall’Italia dei Cachi a “L’Italiano”, da Mino Reitano a Rino Gaetano, Cavallaro nella prima parte gioca molto con i ricordi adulti, risultando didascalico nel raccontare la storia dalla fondazione della Repubblica, ma poi si lancia in gag esilaranti. E’ qui che si trasforma nel politico arrivista del partito “La m….a nel pugno”, nel tifoso della Nazionale, nell’italiano da gabinetto (“C’è un posto in Italia dove siamo tutti uguali”), commentando gli errori e gli strafalcioni più noti e “Social” da far tenere i fianchi. Ma Cavallaro da bravo attore ci ricorda che “La mafia è nelle piccole cose, anche nel non rispettare la fila al supermercato, anche quella è prepotenza”, ci riporta all’emigrazione dei nostri nonni, dove “ovunque tu vada sempre siciliano resti”, all’Amara Terra, la stessa di Modugno e di Giulio Cesare (“Che somiglia molto a Berlusconi”).

Sul finale passano in rassegna le grandi donne italiane, da Artemisia Gentileschi, la prima pittrice nonché la prima a denunciare uno stupro, a Alfonsina Strada, la contadinella prima ciclista tra tanti uomini, senza dimenticare Nilde Iotti… ma neanche il grande uomo e politico che è stato Sandro Pertini e che purtroppo molti giovani non conoscono. Sullo sfondo i volti di Monicelli, Troisi, De Filippo, Papa Giovanni, Berlinguer… ma adesso siamo noi che dobbiamo scrivere la nostra storia, ma farlo col sorriso e tutta un’altra cosa. La storia siamo noi..

Condividi su: