Rigillo e Rossini, lettere d’amore al “Sollima”

redazione

Rigillo e Rossini, lettere d’amore al “Sollima”

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lunedì 13 Febbraio 2017 - 17:29

La rassegna BaluArte è tornata al Comunale “Eliodoro Sollima” per il grande teatro. Il direttore dello Stabile di Napoli, Mariano Rigillo, con la barba da “re Lear”, ha portato in scena con la sua compagnia di vita, Anna Teresa “Cicci” Rossini, “Parole d’amore”. Una pièce comunque severa, greve, ma la bravura dei due attori ha reso dolce questa pillola. E lo ha fatto anche grazie agli intermezzi musicali del maestro Matteo Musumeci al piano. Rigillo e Rossini sono Federico De Roberto ed Ernesta Valle, lui un giovane scrittore che cerca di rimboccarsi le maniche scrivendo articoli nei principali quotidiani – siamo tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 – lei colta nobildonna milanese. Un amore realmente vissuto che si dipana in 734 lettere, molte di queste lette dai due attori rigorosamente con abiti d’epoca. Un amore più platonico che fisico, che si danna l’anima, che freme, così forte, intenso. Un carteggio amoroso in cui i due amanti si raccontano le loro vite distanti, la rabbia di non poter vivere questo amore che toglie il respiro, che non si rassegna a quella che sarà una “morte” lenta, un addio lungo e lacerante. “Un amore che assomiglia all’odio”.

Lo spettatore si troverà spaesato da quanto forte sia l’amore tra De Roberto, l’autore de “I Vicerè” ed Ernesta, o Renata da “rinata”, come lui ama chiamarla. Spaesato dalla veridicità e dalla profondità della passione che viene fuori dalle missive, ma che resta inesplosa. Ed è un male interiore, che corrode, che non può rassegnarsi alla mancanza ma che dovrà infine arrendersi. Quello che resta a De Roberto è un romanzo d’amore che avrebbe voluto scrivere attraverso quelle lettere, ad Ernesta l’infelicità. Uno spettacolo che meritava più attenzione da parte dell’Amministrazione comunale che non ha saputo gestire gli eventi in Città, dimenticando che Marsala, nonostante abbia un territorio grande quanto Milano, non è Milano. Ma una Città che deve crescere cibandosi di cultura. Non volendo qui alimentare altre polemiche, meglio perdersi nel “ricordo di un amore”…

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