Allestire una stagione teatrale comunale, inserire Marsala in un più ampio circuito di teatri siciliani e valorizzare le migliori energie artistiche presenti in città. Passa soprattutto da questi tre punti il programma che Moni Ovadia ha illustrato assieme a Mario Incudine nel corso della conferenza stampa di presentazione alla città della nuova direzione artistica dei teatri marsalesi. Un progetto ambizioso, che ha tutte le carte in regola per riportare la cultura al centro della vita cittadina.
Lunedì prossimo verrà presentato un primo programma di massima della stagione invernale che prenderà il via il 19 dicembre: confermata la presenza di Sebastiano Lo Monaco, che verrà a proporre la sua versione de “Il berretto a sonagli”, molto probabile quelle di Milena Vukotic e Lucia Poli (“Le sorelle Materassi”), Nicola Piovani, Gino Paoli e Vittorio Sgarbi. La sensazione, però, è che l’allestimento di un calendario di spettacoli di qualità sia solo una parte di un progetto a cui il neo direttore artistico Moni Ovadia sta lavorando assieme all’ormai inseparabile Mario Incudine, e che mira a mettere in rete dodici teatri siciliani. Una vera scommessa, in una terra spesso frantumata dagli individualismi. Il “Sollima” e l’Impero rientreranno dunque in un circuito che già comprende i teatri di Enna, Caltanissetta e Agrigento e che mira a crescere ulteriormente per superare definitivamente il problema che spesso ha penalizzato l’offerta culturale in questi anni: la mancanza di fondi. Il lavoro di rete tra realtà diverse potrà infatti consentire l’accesso a fondi statali ed europei che le amministrazioni comunali non possono più assicurare, ma anche di abbattere i costi per l’acquisto degli spettacoli.
Ma, come detto, l’obiettivo di Ovadia e Incudine non è centrato solo sugli spettatori, ma anche sugli artisti. Qui la scommessa porta alla realizzazione di produzioni locali che possano a loro volta essere inserite in un circuito più ampio, consentendo così a progetti artistici realizzati a Marsala con attori e musicisti locali di trovare spazio anche nei teatri di altre città, secondo il modello che Moni Ovadia e Mario Incudine hanno già sperimentato con successo ad Enna, Caltanissetta e Siracusa. “Sono stato io a portare Emma Dante a Palermo, creando le condizioni affinchè la sua città potesse riconoscerla”, ha ricordato Moni Ovadia, sottolineando più volte la propria intenzione di confrontarsi con gli artisti autoctoni. Uno di loro, l’attore Francesco Torre (diplomato all’Inda di Siracusa) sarà tra i collaboratori di questo progetto marsalese. Ma tanti altri hanno adesso davvero la possibilità di mettere a frutto i lavori fatti in questi anni in una realtà territorialmente marginale, ma che si è rivelata capace di sfornare idee e talenti degni di un contesto metropolitano.
Tra i fattori di maggiore rischio, come ricordato da diversi interventi dalla platea, vi è però il “clima avvelenato” che in questi anni ha caratterizzato la cultura a Marsala. “Non credo al taumaturgo a teatro, né posso imporre una pacificazione dall’esterno – ha replicato Moni Ovadia – il processo virtuoso deve avere forti motivazioni qui”. Anche perchè, il neo direttore artistico ha spiegato che oltre a non essere interessato a un cachet (e per questo ha accettato l’incarico a titolo gratuito) non intende nemmeno restare a dirigere i teatri marsalesi a vita: “Volevo essere qui per avviare un processo, non intendo stabilire una rendita di posizione. Non mi interessa il potere, la mia storia parla per me”. Alle energie locali si è rivolto anche Mario Incudine, che da siciliano ne conosce bene l’animo: “Sono sicuro che Moni sia la persona giusta per garantire l’equilibrio necessario per un rilancio non solo di Marsala, ma di tutta la Sicilia, ne abbiamo bisogno. Ho deciso di restare in Sicilia per dimostrare che non è una terra irredimibile, come aveva detto Sciascia. Un concetto che dobbiamo superare. E possiamo farlo con arte e guida che può garantirci Moni Ovadia”.
Naturalmente soddisfatti per l’inizio di questo nuovo sodalizio in ambito culturale sono apparsi in conferenza stampa il sindaco Alberto Di Girolamo e l’assessore Clara Ruggieri, che assieme al vicesindaco Agostino Licari e alla consigliera Linda Licari hanno lavorato intensamente in questi mesi per portare Moni Ovadia a Marsala, attraverso la fondamentale mediazione di Incudine. “La cultura può creare posti di lavoro, oltre che elevare le nostre anime”, ha dichiarato il primo cittadino”. “Questo momento non segna una frattura, ma una sintesi – ha assicurato la Ruggieri -. Moni Ovadia è venuto qui per farci volare in alto, non vogliamo lasciare indietro nessuno. Vogliamo che questo momento segni inizio di un nuovo percorso per la città”. Magari attraverso la nascita di una Fondazione che metta assieme pubblico e privato, consentendo ai contenitori culturali della città e ai progetti artistici più ambiziosi di trovare una prospettiva di radicamento capace di uscire dalla logica degli eventi episodici e isolati che finora è prevalsa in città. Un passaggio importante, che era stato oggetto di confronto anche con il Cantiere culturale marsalese e che dovrà necessariamente essere ripreso.
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