Teatri negati

Claudia Marchetti

Marsala

Teatri negati

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mercoledì 23 Novembre 2016 - 07:30

Domenica scorsa, vedere il Teatro Comunale gremito di gente per lo spettacolo di Anna Mazzamauro, ha risvegliato un certo torpore culturale in cui era caduto da tempo la città di Marsala. Gli spettatori uscivano dal piccolo teatro “Sollima” ringraziando. La nostra è sempre stata una città che ha prestato sempre attenzione per il teatro, per le opere liriche e la musica. Anche quella moderna. Nell’ultimo decennio però, le cose sono cambiate. Crisi finanziaria degli enti locali, spending review, tagli al settore, crisi economica, hanno rilegato la cultura, non solo a Marsala per il vero, all’ultimo gradino della scala, in un Paese che ne ha fatto sempre la sua bandiera nel mondo. Il bel canto piuttosto che il Cinema neorealista sono stati sempre esportati e tal volta “clonati”. Poi qualcuno disse che “con la cultura non ci si mangia” seguito da un periodo di “oscurantismo” nel settore: pochi i biglietti venduti, cinema vuoti, meno libri acquistati… per non parlare del settore discografico che non riesce ad uscire da una crisi nera. La notizia giunta ieri, della nomina del drammaturgo e compositore Moni Ovadia a direttore dei teatri marsalesi, apre sicuramente uno squarcio da cui entra luce. Non vogliamo né essere positivi né negativi. Ma realisticamente ci sono dei problemi a cui il nuovo direttore, che poco conosce una difficile realtà come quella che viviamo in questa parte della Sicilia, va incontro. Ricordiamo che nell’isola sono 59 i teatri chiusi e in Provincia di Trapani circa 2. Teatri i cui lavori non sono mai stati completati. “Teatri negati”. E’ indubbio che tutte queste problematiche siano legate innanzitutto ad aspetti economici.

Superato almeno per il momento l’empasse legato alla funzionalità delle strutture marsalesi, attualmente funzionanti, ormai è troppo tardi per pensare ad una stagione invernale, per cui Ovadia potrebbe lavorare ad una stagione estiva – sfruttando San Pietro, Piazza Carmine, Palazzo Grignani – con lo sforzo economico dell’Amministrazione comunale che ha sempre detto di non avere soldi per organizzare eventi in Città. Nonostante si possa sfruttare lo sbigliettamento, il Comune di Marsala adesso non ha alternative, deve trovare i soldi per far lavorare il suo prestigioso direttore artistico. Fino ad oggi l’Amministrazione lilybetana, ha lasciato ai privati l’organizzazione di molti eventi. Ben venga. D’altronde la legge aiuta le imprese a finanziare iniziative culturali attraverso incentivi fiscali. Sempre la legge dice che “investire in cultura significa investire nella crescita economico-sociale del Paese”. Le attività teatrali godono degli stanziamenti destinati dal Fondo Unico per lo Spettacolo (legge n. 163/1985) e il programma di incentivi “Cultura Crea” appoggia le iniziative imprenditoriali nel settore dell’industria culturale-turistica. Forse le possibilità di poter accedere a fondi ci sono e allora perché non sfruttarle? Perché mancano i progetti, mancano le persone competenti, si è perduta la “cultura alla cultura”, non ci sono operazioni di marketing per riportare gli spettatori in teatro, ai concerti. Gli eventi, gli spettacoli, il teatro, la musica, l’arte, sono momenti di condivisione, ci fanno sentire parte delle stesse tradizioni, ci fanno dimenticare i problemi della quotidianità, ci fanno strappare un sorriso e ci donano riflessioni. Dobbiamo pensare a questo e cercare di abbattere i tanti muri, reali o meno, che abbiamo davanti, o perderemo l’ennesima occasione.

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