Ancora il ponte?

Gaspare De Blasi

Marsala

Ancora il ponte?

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giovedì 29 Settembre 2016 - 09:23

Parafrasando il titolo di una canzone di Franco Battiato (che all’epoca era assessore regionale), sul ponte sventola(va) bandiera bianca. Era la conclusione di una antica (e costosa) vicenda sulla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. L’ultima parola sul tema era giunta durante il governo Monti, che peraltro era stato “costretto” a pagare 300 milioni di penale alle imprese che si erano aggiudicate, se non ricordiamo male, la realizzazione dell’idea progettuale. L’altro ieri il premier Matteo Renzi dopo avere messo, nel 2012, una pietra tombale sul progetto, ha scoperchiato la tomba. Marcia indietro: se ci sono le condizioni il ponte si farà. Naturalmente, si accettano scommesse noi pensiamo che lo stretto continuerà ad essere attraversato per nave. Non entreremo sulla vicenda “ponte si – ponte no”. Chi ci ha seguito negli anni sa come la pensiamo e credevamo di non dovercene occupare più. Ma la notiziona è quella che invece del denaro che occorrerebbe per la realizzazione del ponte il presidente intervenendo ad una manifestazione della società Impregilo che si occupa di grandi realizzazioni di infrastrutture, ha detto che i lavori del ponte creerebbero ( per la verità ha detto potrebbero creare…) 100 mila posti di lavoro. In una zona sismica per eccellenza, dove le autostrade franano, dove l’acqua manca perché le tubazioni sono fatiscenti, il governo pensa al ponte. Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, si è augurato che quella del presidente del Consiglio sia solo una battuta. Altri analisti politici, quelli bravi che se ne intendono, sostengono che di qua al giorno del voto referendario sulla costituzione (il prossimo 4 dicembre), sparate così da parte del premier, specialmente al sud, dobbiamo attendercene altre. Non siamo d’accordo (non sulle sparate, quelle i politici le fanno sempre), ma sul fatto che esse, nel caso specifico, potrebbero produrre consensi per il Si al referendum che è sostenuto dal governo. Siamo convinti che i siciliani e i calabresi voteranno secondo convinzione, non decideranno in base a chi la spara più grossa.

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