Processo Caradonna, il Pm chiede la condanna a 2 anni e mezzo di carcere per il sacerdote

redazione

Processo Caradonna, il Pm chiede la condanna a 2 anni e mezzo di carcere per il sacerdote

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giovedì 22 Settembre 2016 - 10:19

Il Pubblico Ministero del processo a carico del ex parroco della chiesa di San Leonardo, ha chiesto, durante la sua requisitoria, la condanna di don Vito Caradonna a due anni e mezzo di carcere. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone. Il sacerdote chiese e poi ottenne un prestito di oltre 70 mila da un suo parrocchiano, M.D.G., ex militare della Marina con problemi di salute. Soltanto nell’ottobre del 2011, dopo alcuni assegni andati in protesto, grazie all’intervento del suo avvocato Antonino Sammartano, l’ex militare riuscì a riavere i suoi soldi. “Quando il fatto è stato denunciato – ha sempre sostenuto il difensore di don Vito, Stefano Pellegrino che lo assiste assieme al collega Luigi Pipitone –, il mio assistito aveva già restituito, con atto notarile, il denaro avuto in prestito”. E’ stato anche dimostrato che per saldare il debito, il prete vendette una casa di sua proprietà che aveva comprato poco tempo prima proprio con parte del denaro avuto in prestito. Nelle udienze precedenti l’imputato aveva sempre affermato di non avere voluto approfittare del suo parrocchiano, né di tentare di circuirlo. “Avevo bisogno di un prestito perché avevo fatto un mutuo per l’acquisto di un’abitazione – ha detto don Vito Caradonna -, a garanzia del prestito ho rilasciato degli assegni”. Nella primavera del 2012, quando scattò l’accusa di circonvenzione d’incapace, il giudice delle indagini preliminari Francesco Parrinello dispose per don Vito il divieto di dimora nel comune di Marsala. Misura cautelare che poi è stata revocata. Dall’indagine, condotta dalla sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di finanza e coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal pm Scalabrini, è emerso che il giovane parroco aveva sempre bisogno di denaro e per questo chiedeva prestiti anche ad altri parrocchiani. Da un accertamento alla Camera di commercio, inoltre, è emerso che sono ben 17 gli assegni a vuoto protestati al sacerdote, per un ammontare complessivo di 170.454 euro. Ora si attende la sentenza.

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