Con un giorno d’anticipo rispetto alla commemorazione della strage che è costata la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta – Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – il segretario Generale del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, ha voluto rendere omaggio al magistrato italiano e agli agenti scomparsi nel ’92. Una scelta controcorrente, quella del Sap, che oltre a voler prendere le distanze da una “antimafia di maniera, di comodo e di interesse, che per tanti è divenuta una fonte di interessi politici oltre che economici, da sventolare come strumento per coltivare i propri interessi”, ha sostenuto Tonelli deponendo una corona di fiori a Via D’Amelio e nella sede del Reparto Scorte di Palermo, vuole squarciare il velo sui ‘numeri’ della lotta alla criminalità in Sicilia.
“Le forze che lo Stato impiega per combattere la mafia, rispetto a dieci anni fa, sono drasticamente diminuite”. Secondo l’indagine svolta dall’ufficio studi del Sap, infatti, nel decennio 2006-2016 gli agenti, in Sicilia, sono calati di 3500 unità. Di questi, oltre 2mila erano impiegati direttamente nella lotta alla criminalità organizzata sul fronte del controllo territoriale e delle attività investigative. Se a Enna e a Siracusa, infatti, sono stati ‘tagliati’ rispettivamente 40 e 80 agenti, circa 90 a Trapani e 140 a Messina, Catania e Palermo sono le città più ‘sofferenti’ con tagli di 200 e 450 unità. Ai quali si aggiungono gli oltre 100 agenti per ogni provincia. I tagli lineari operati nei confronti delle Forze dell’Ordine, dunque, hanno debilitato fortemente la macchina della sicurezza. “Vieppiù – continua Tonelli – i diktat della spending review si sono abbattuti non solo sul personale in servizio, ma hanno riguardato anche tutto l’apparato: dagli equipaggiamenti, alle divise che ormai dobbiamo acquistare con i nostri soldi, ai mezzi, alla formazione, alla cancelleria. Persino sulle pulizie degli uffici”. Secondo Tonelli, dunque, “la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata sembra destare interesse soltanto in occasione delle commemorazioni, come quelle per la morte di Falcone o di Borsellino. Ecco perché ci appelliamo all’onorevole Bindi, presidente della Commissione Antimafia, affinché promuova un’indagine conoscitiva che approfondisca la questione a partire dalla nostra denuncia”. Per combattere una criminalità organizzata sempre più insidiosa, professionale e silente “non servono a nulla dichiarazioni dubbiamente sincere. Servono uomini, mezzi e risorse” conclude il sindacalista.
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