Caso Giambalvo, la Cgil chiede le dimissioni del consigliere comunale castelvetranese

redazione

Caso Giambalvo, la Cgil chiede le dimissioni del consigliere comunale castelvetranese

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giovedì 25 Febbraio 2016 - 17:46

La società castelvetranese deve riscattarsi attraverso un impegno comune, che veda insieme le istituzioni e le associazioni locali, contro la mafia, la corruzione, il malaffare e una subcultura mafiosa che genera connivenza”.  E’ quanto dichiarano in una nota congiunta la Cgil di Trapani e la Camera del lavoro di Castelvetrano che chiedono le dimissioni del consigliere comunale Calogero “Lillo” Giambalvo di Articolo 4, assolto nel processo riguardante l’operazione “Eden 2”. Giambalvo è stato protagonista di alcune intercettazioni in cui riferiva di aver incontrato il boss latitante Matteo Messina Denaro durante una battuta di caccia.
I cittadini castelvetranesi e le forze sane del territorio – dice il segretario generale della Cgil Filippo Cutrona – devono pretendere con forza che chi rappresenta le istituzioni non inneggi alla mafia e ai suoi esponenti. Il consigliere Giambalvo è stato assolto dopo l’arresto nell’ambito dell’operazione Eden 2, ma adesso, rese note le intercettazioni, non si può tollerare la sua presenza all’interno del consiglio comunale. Inoltre è inaccettabile che il consigliere sfidi le Istituzioni e la città intera annunciando, con arroganza, la sua ricandidatura alle prossime elezioni”.
E’ indispensabile – prosegue Cutrona – che la città chieda con forza l’esclusione dai ruoli istituzionali del consigliere Giambalvo e di chiunque manifesti qualsiasi tipo di legame con il sistema mafioso”.
La Cgil ribadisce, ancora una volta, una “presenza e un condizionamento mafioso nel tessuto economico del territorio trapanese, e in particolare castelvetranese, tale da ostacolarne lo sviluppo e la crescita sociale, anche a scapito delle imprese sane e dei cittadini onesti”.
Castelvetrano – conclude Cutrona – deve scrollarsi di dosso il peso di una sottile e pervasiva intimidazione che oltre a ostacolare la crescita e lo sviluppo del territorio la piega ai propri criminali interessi alimentando nella società diffusi comportamenti omissivi che rischiano di essere culturalmente asserviti al potere mafioso”.

Nella foto un frame del servizio delle Iene dedicato proprio al “caso Giambalvo” 

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