In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, si è svolto al Centro Polivalente di Petrosino l’incontro su “Il patrimonio biologico delle zone umide costiere del territorio di Petrosino”, organizzato dalla Società Siciliana di Scienze Naturali con il patrocinio del Comune. Come ha affermato il sindaco Gaspare Giacalone, “… i comuni hanno il dovere di tutelare questo patrimonio ma devono avere le risorse ed essere messe nelle condizioni per poterlo fare” ed ha ricordato che stava per sorgere nella zona un progetto da 9 mila metri cubi di cemento che, grazie anche ai vincoli della Convenzione di Ramsar, è stato dichiarato abusivo e sequestrato. “Abbiamo un progetto di gestione di quella zona presentato alla Regione e un altro progetto più ampio, Life Natura, con l’UE”, ha fatto sapere il primo cittadino. A seguire, l’intervento di Attilio Carapezza, presidente della Società Siciliana di Scienze Naturali, che ha ricordato come le zone umide siano viste come zone malsane da bonificare. Angelo Troìa ha quindi illustrato la Convenzione di Ramsar soffermandosi sui margi petrosileni (Milo, Nespolilla, Spanò). Il professore Luigi Naselli-Flores ha specificato le molte specie anche microscopiche presenti nei margi di Petrosino e citando il caso di una microalga. Il professore Bruno Massa ha invece illustrato la notevole diversità di specie di insetti presenti come il coleottero endemico di Capo Feto. Infine il professore Tommaso La Mantia ha parlato della distruzione delle zone umide in Sicilia nel corso dell’ultimo secolo, e di come negli ultimi anni la situazione stia in parte migliorando.
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