Il riccometro

Claudia Marchetti

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Il riccometro

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sabato 12 Dicembre 2015 - 07:30

Il Governo è sempre più preso a salvare banche, ad allearsi contro organizzazioni criminali per ben figurare in Europa, piuttosto che a prendersi cura di chi ha perso i risparmi di una vita, occuparsi della scuola, del lavoro (secondo l’Istat nell’ottobre 2015 il tasso di disoccupazione è all’11,5%) e di un sistema concreto per combattere l’evasione fiscale. Che poi a farne le spese non sono i grossi imprenditori con ville all’estero non dichiarate e yacht di lusso, ma le persone che ogni giorno si alzano la mattina per andare a lavoro, facendo fatica ad arrivare a fine mese. Dal 1° gennaio 2015 infatti, è entrata in vigore la riforma del reddito equivalente, l’indicatore sulla ricchezza e i redditi delle famiglie, ovvero l’Isee che si era presentato come il paladino della giustizia sulle bocche di Renzi & C. Quest’anno migliaia di studenti universitari hanno fatto i conti con un nuovo calcolo che li penalizza: la documentazione necessaria richiede la verifica della proprietà di case, auto, conti correnti postali e bancari, bancoposta e quant’altro, di tutti i componenti della famiglia, con la conseguenza che si ritroveranno a pagare cifre esorbitanti. Quello che le persone oneste stanno rischiando a discapito dei furbetti, è un sistema burocratico di tipo tirannico dove saranno sempre i ceti medio-bassi a pagare anche per gli altri, perchè la nuova riforma che vorrebbe superare il “la seconda casa la intesto a mio figlio”, in realtà presenta dei buchi dannosi per l’economia del nostro Paese. E l’Università in tal modo rischia di diventare elitaria. Per non parlare di chi ha fatto in tempo a presentare i documenti nelle segreterie degli Atenei rientrando nella vecchia normativa: studenti con lo stesso Isee potrebbero appartenere a due fasce di reddito diverse se l’uno ha adottato il vecchio metodo e l’altro il nuovo. Polemiche sono sorte anche per il calcolo delle borse di studio. Insomma, lo Stato italiano non si dedica a superare le sperequazioni, ma a crearle tramite una sorta di “riccometro” che porterà, da qui a breve, a rivedere i livelli di esenzioni dei comuni, perchè molte famiglie si vedranno ingiustamente escluse.

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