Finora personalmente non abbiamo scritto nulla sui fatti di Parigi. Abbiamo provato quasi invidia per chi, un attimo dopo la strage, aveva già un parere. O addirittura una soluzione. Ovviamente era quasi tutta gente che non sa nulla, ma proprio nulla, di Abu Bakr al-Baghdadi, di sciiti e sunniti, della guerra civile in Siria e del suo sconfinamento in Iraq. La stessa rivalutazione (a casaccio) delle capacità “profetiche” di Oriana Fallaci è stata tanto colpevole quanto puerile. Il dibattito, soprattutto nell’immediato, non pareva contemplare qualcosa che fosse diverso dal pacifismo tout court, oppure dal rutto becero guerrafondaio di chi si compiace nel cavalcare gli istinti peggiori dell’uomo. Impossibile una via di mezzo: uno spazio serio di dibattito. Dire che Hollande ha sbagliato a dichiarare guerra è molto comodo, ma se la strage fosse accaduta in Italia avremmo probabilmente voluto anche noi una reazione analoga. Quantomeno nell’immediato. E noi non siamo certo guerrafondai. Poi però ci si chiede: la guerra servirebbe? In primo luogo siamo già in guerra. L’Occidente la fa da decenni in Medioriente, con risultati quasi sempre disastrosi. Un certo Tony Blair, con una decina di anni di ritardo, ha ammesso che la guerra in Iraq era sbagliata, e che proprio la guerra ha permesso allo Stato Islamico di germogliare. Tutto vero, ma ora cos’è cambiato? Semplice: adesso la guerra è alle nostre porte. “E’ colpa dell’Occidente”. Certo che lo è, ma dirlo non aiuta a risolvere il problema. E l’Italia che farà? Neanche l’Italia lo sa ancora. Figuriamoci se lo sappiamo noi. Ma a margine di queste note vorremmo citare due episodi che ci hanno fatto riflettere (il primo) e indignare (il secondo). A quelli che straparlano genericamente di musulmani, vorremmo ricordare che l’uomo che ha evitato la strage allo Stade de France, bloccando e mettendo in fuga un uomo che imbottito di esplosivo voleva farsi saltare in aria durante la partita, è musulmano. Qualche caso umano, da ricovero immediato in un buon reparto psichiatrico così almeno si cura, ha colto l’occasione in questi giorni per gettare fango su Emergency. E’ gente così repellente, intendiamo non solo fisicamente, che perfino la repellenza si vergogna di albergare in loro. Noi, per quello che vale, troviamo che essere connazionale di Gino Strada sia una cosa bellissima. E ne andiamo fieri
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