La scuola in festa

Gaspare De Blasi

Io la penso così

La scuola in festa

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martedì 07 Aprile 2015 - 17:02

Sono stati giorni di processioni, noccioline e sementi. Ma anche di polemiche ed apostoli. In chi è credente poi, momenti di riflessioni e di preghiere. Per gli studenti (in vista dei lavori estivi, vero ministro Poletti?) momenti di vacanza. I più giovani, quelli delle elementari e della scuola materna,  non faranno in tempo a rientrare in classe che le maestre si metteranno all’opera per preparare i lavoretti per la Festa del papà. Personalmente crediamo che chi ritiene di dovere celebrare queste feste lo può fare a casa sua. Nessuno lo potrà impedire. Noi, per tentare di sfuggire alle polemiche sulla processione di Marsala e la candidatura a sindaco annunciata, forse, da un ex deputato, abbiamo sfogliato i giornali in altra, non so se ci capite, direzione. Ecco che è spuntata la notizia di una scuola romana che ha prima proibito di festeggiare la ricorrenza delle feste dedicate ai genitori e poi, dopo le immancabili polemiche di rito, ha deciso di “tollerare”, chissà perché, soltanto la festa della mamma. E così, tra un canestrino pieno di buoni propositi e una bella e commovente letterina piena di impegni per il futuro, i bambini hanno recitato la poesia che inneggia alla loro mamma. Per i papà in questa scuola non se ne farà nulla. Ora noi non vogliamo fare facili disquisizioni sulla qualità della festa. Sarebbe facile dire che oggi le famiglie aperte, divorziate e talvolta dello stesso sesso sono aumentate. Lo stereotipo classico mamma, papa, figli = famiglia, è superato. Saremo d’accordo oppure no, ma è in questa direzione che va il mondo. Poi ci sono i ragazzi orfani o quelli, numerosissimi, che hanno lasciato un genitore oltre il mediterraneo. Chi pensa invece che le aule debbano continuare a essere luoghi dove celebrare ogni tradizione forse dovrebbe preoccuparsi non tanto dell’abolizione di queste feste, ma della mancanza di personal computer, della difficoltà a fare educazione fisica in spazi angusti, della mancata formazione degli insegnanti, della difficoltà a fare un viaggio d’istruzione per i tagli fatti alle scuole in questi anni. Poi…poi Buona Pasqua

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