Una condanna a sette anni di carcere è stata chiesta dal pubblico ministero Anna Cecilia Sessa per l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà, alla sbarra per concussione la stessa pena è stata invocata anche per l’ex consigliere comunale di maggioranza Antonio Di Natale, mentre l’assoluzione è stata chiesta per un altro ex esponente del consesso civico campobellese: Giuseppe Napoli. Si tratta del processo che si sta celebrando, in Tribunale a Marsala, innanzi al collegio presieduto dal giudice Sergio Gulotta (a latere Tommaso Pierini e Iole Moricca). Gli ex consiglieri, erano ambedue stati arrestati nel maggio 2010 dalla Guardia di Finanza. I tre politici di Campobello sono finiti sotto accusa perché, secondo gli inquirenti, avrebbero preteso somme di denaro da un imprenditore di Mazara del Vallo, Vito Quinci, affinché votassero favorevolmente, in Consiglio comunale, la delibera relativa alla concessione edilizia per la lottizzazione e la realizzazione di un albergo con 220 camere da costruire, su un’area ampia circa 80mila metri quadrati, nella zona costiera di Tre Fontane. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di una “cessione” di denaro di 21mila euro, ma la persona offesa denunciò anche precedenti episodi, risalenti a prima del 2005, quando Caravà, all’epoca consigliere comunale, avrebbe chiesto somme fino a 30mila euro, per far votare positivamente lo stesso progetto. Giuseppe Napoli è assistito dall’avvocato Paolo Paladino che ha già discusso: “Il pm ha evidenziato che Napoli era intermediario che interveniva a favore della vittima e che più volte consigliò a Quinci di non pagare nessuno, come emerge, d’altronde, dalle stesse dichiarazioni della persona offesa”. Il processo è stato rinviato al 23 gennaio, giorno in cui pronunceranno la loro arringa finale gli avvocati Giovanni Lentini ed Antonella Moceri, difensori di Caravà.
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