A proposito di fumo attivo e passivo. Una riflessione di Ignazio Montalto

Vincenzo Figlioli

A proposito di fumo attivo e passivo. Una riflessione di Ignazio Montalto

Condividi su:

martedì 06 Gennaio 2015 - 12:01

Da circa un millennio l’uomo con lo studio e la ricerca ha sconfitto malattie come il tifo, la malaria, la lebbra, il colera, l’HIV, alcuni tipi di tumori, etc., passi della medicina che hanno portato gli stessi a vincere il Nobel ma anche a salvare milioni di morti certi grazie al loro certosino lavoro di ricerca. Nello stesso millennio allo stesso tempo non ce ne stato uno, dico uno, che si preso la briga di inventare un vaccino contro il fumo attivo e passivo, ammesso che ne soffrirebbe anche le conseguenze, avendo la stanza piena di fumo e i posacenere piene di cicche di sigarette, durante le faticose ricerche ed esperimenti.
Si dice che nella vita l’uomo è libero di scegliere di come meglio vivere la propria vita ed esistenza, non recando nocumento agli altri. A tal proposito mi vengono in mente i barboni, i clochard, i drogati, gli alcolizzati che scelgono e ne fanno della loro vita un lungo e doloroso martirio che certamente li porterà ad una morte infelice e vuota, non in una dorata dimora o in una clinica calorosa ed accogliente con tutti i parenti e gli amici attorno.
L’alcolizzato, il drogato il fumatore incallito non pensano agli effetti collaterali del suo essere perso nell’oblio del loro vizio, e la cronaca ce lo riporta tutti i santi giorni. Genitori uccisi perché negano il vile denaro per la dose giornaliera, commercianti uccisi da balordi che rapinano per la famosa dose giornaliera, l’alcolizzato che riduce in fin di vita la famiglia in preda ai “fumi” dell’alcool.
Certo non c’è paragone con gli effetti collaterali di un fumatore incallito e dei danni che porta alla sua salute e alla salute delle persone che gli vivono accanto. Ma non venite a rompere i corioni quando un banale mal di testa, una diarrea improvvisa, un dolore articolare e quant’altro affligge il vostro fragile fisico. Pensate invece ai danni che arrecate a voi stessi e agli altri fumandovi la vostra amata sigaretta. E se penso che dopo un meraviglioso orgasmo ci si fuma una bella sigaretta, non so chi dei due gratifica il corpo e la mente.
Se non vi amate, amate almeno le persone che vi stanno accanto, non fatele soffrire, soffriranno quando per colpa del fumo quando sarete voi dovete soffrire per un cancro ai polmoni.
Dio ha detto quello che non fate all’ultimo dei miei fratelli non lo avete fatto a me, e se voi volete bene chi vi sta accanto, portategli un te caldo, o una cioccolata calda ma non la morte con la sigaretta che vi state fumando.
Sono certo che e non ho la pretesa di salvare migliaia di vite con questa mia lettera, ma se uno solo, ripeto uno solo, prenderà coscienza che si può salvare e salvare anche gli atri, allora sarò l’uomo più felice del mondo, chi invece si sentirà in dovere di non prendere in considerazione le mie dissertazioni, non se la prenda più di tanto continui a fumare, io ci ho provato, e quando mi incontri e non mi saluti o mi cancelli da FB, sta sicuro che io non ci resto mica male, perché e così che mi piace.
P.S. Non pretendo che le multinazionali del tabacco distribuiscono i proventi alla ricerca sul cancro, sulla SLA, sulla distrofia muscolare, sull’HIV, etc., ma che ne diano meno per le manifestazioni sportive a favore dei più deboli.

Ignazio Montalto

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta