“Abbiamo rilevato un momento di fibrillazione tra Giovanni Filardo e Lorenzo Cimarosa per la gestione della Bf e della Mg costruzioni”
La deposizione del maresciallo dei carabinieri Luca Tofanicchio è stata al centro della nuova udienza del processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden”. Il militare ha risposto alle domande del pm della DdA Paolo Guido (in aula anche Carlo Marzella). Si tratta del processo presieduto dal giudice Gioacchino Natoli (a latere i giudici Giacalone e Fiorella) che vede imputati: Anna Patrizia Messina Denaro (presente in aula), sorella di Matteo, ritenuto il capo di Cosa Nostra, Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante e Antonino Lo Sciuto, ai quali è contestato il reato di associazione mafiosa, Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni e Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm. Tofanicchio ha riferito in merito ad intercettazioni che riguardavano due ditte di Castelvetrano: la Bf costruzioni e la Mg costruzioni. “La Mg, ditta edile di Castelvetrano – ha detto il maresciallo –, è di Michele Cimarosa e Giuseppe Cimarosa, figli di Lorenzo Cimarosa. Chi seguiva i lavori era il padre Lorenzo. La Bf era una società di capitale di Barresi Francesca e Filardo Floriana, proprietario originario era Giovanni Filardo, all’epoca detenuto. Effettuammo intercettazioni a casa di Sant’Angelo Rosa, sorella di Sant’Angelo Lorenza, madre di Anna Patrizia Messina Denaro. Abbiamo scelto questa casa nella convinzione che la Sant’angelo fungesse da trade union fra le due famiglie. Abbiamo messo dei apparecchiature di sorgente sonora: una in cucina e una nel salone. Le intercettazioni si sono protratte per due anni e abbiamo rilevato un momento di fibrillazione tra Giovanni Filardo e Cimarosa Lorenzo per la gestione della Bf e della mg. Vi era una sorta di direzione tecnica di Lorenzo. Lo Sciuto Antonino lavorava per Giovanni. C’erano stati contrasti anche tra Giovanni e Lo Sciuto che si trovava in una posizione altalenante”.
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