Al processo sulla Trattativa Stato – Mafia, in attesa della deposizione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è arrivato il turno di uno dei nomi di spicco della mafia trapanese tra gli anni ’80 e gli anni ’90: l’ex capo mandamento di Mazara del Vallo Vincenzo Sinacori, ormai pentito. “Nel 1994 Matteo Messina Denaro ci disse di votare Forza Italia perché era il partito che più ci garantiva”, ha spiegato oggi Sinacori, davanti alla Corte d’Assise di Palermo. “Un giorno – ha continuato l’ex boss mazarese – Matteo Messina Denaro mi mostrò un libro con alcuni monumenti. Il progetto era fare attentati fuori dalla Sicilia per colpire beni artistici. Anche Brusca era d’accordo”. Sinacori ha aggiunto che il boss Bernardo Provenzano era contrario ad effettuare attentati in Sicilia, spiegando inoltre che tra i motivi della strategia stragista di Cosa Nostra c’erano le lamentele dei detenuti al 41 bis che facevano sapere all’esterno delle torture subite dalla polizia penitenziaria in carcere. Il collaboratore di giustizia ha infine raccontato del progetto, poi fallito, del boss Leoluca Bagarella di dare vita a un movimento politico che facesse capo a Cosa nostra.
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