Ho appena finito di leggere un libro ad dir poco interessante di un giovane scrittore spagnolo di origine argentina, Andres Neuman. E’ davvero difficile trovare di questi tempi un romanzo singolare che sfrutti tecniche narrative nuove e che sorprenda il lettore anche il più smaliziato. La casa editrice Ponte alle Grazie e’ specializzata in questo campo a tal punto che non e’ la prima volta che mi capita di fare piacevoli letture di romanzi pubblicati da questa piccola impresa editoriale.
“Parlare da soli” di Andres Neuman è un’opera originale di uno scrittore figlio di immigrati,genitori ambedue musicisti,trasferitesi in Spagna dove il giovane Andres ha completato gli studi.Quando pensiamo alla letteratura spagnola spesso negli ultimi anni,a causa di scelte editoriali legate ad esigenze di mercato ,siamo imbrigliati in libri gialli,piacevoli per carità’, basti pensare al grande Manuel Vasquez de Montalban, ma pur sempre narrazioni che in qualche modo rispettano le rigide regole del genere.Andres Nueman ha già vinto prestigiosi premi letterari e ha raccolto critiche positive ma ciò non basterebbe a dare una patente di scrittore a questo giovane artista. Partiamo innanzitutto dalla struttura se non del tutto originale innovativa di sicuro.Il romanzo si basa su tre personaggi appartenenti allo stesso nucleo familiare,padre,madre e figlio,Mario,Elena e Lito che sono anche le tre voci narranti dell’opera.La storia e’ ambientata in Argentina ai giorni nostri e tutto si basa sulla malattia del padre , un tumore.La trama che ci viene raccontata non sembra originale e ci viene subito in mente l’ultima fatica dello scrittore Paolo Giordano ” Il nero e l’argento” in cui un nucleo familiare anch’esso in crisi si trova a fare i conti con la grave malattia e la morte della tata . I personaggi del romanzo di Neuman parlano in prima persona in alcuni passaggi ricordando momenti del recente passato,in altri con la tecnica del monologo interiore sviscerano una serie di pensieri,sentimenti e sensazioni davvero interessanti. Elena è senza ombra di dubbio il personaggio più interessante dell’opera. E’ una donna profondamente innamorata del marito eppure,cosa che potrebbe apparire scandalosa,lo tradisce proprio nel momento clou della malattia. Questa parte del racconto si presenta parecchio interessante,prima perché l’autore riesce ad esprimere intensamente la voce di una donna disperata in preda ad una confusione di sentimenti e passioni rese instabili dalla malattia del marito,poi perché le intense vicende sessuali della donna fanno da contro canto al viaggio, ultimo prima della morte,del marito e del figlio sul camion di famiglia che quasi come un personaggio ha un nome ,Pedro.L’Argentina che fa da sfondo al romanzo è un’Argentina minore,piccole città,luoghi sconosciuti lontani dalla capitale. Questo aspetto rende più interessante la lettura e ti lascia immaginare un possibile viaggio sulla carrettera panamericana con lo sguardo perso lungo coste e tratti di mare inconsueti.
Buona lettura!
Vincenzo Piccione