A Cinisi tutto pronto per ricordare Peppino. Giovanni Impastato: “L’antimafia riparta dai bisogni”

Vincenzo Figlioli

A Cinisi tutto pronto per ricordare Peppino. Giovanni Impastato: “L’antimafia riparta dai bisogni”

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mercoledì 07 Maggio 2014 - 20:29

A trentasei anni dall’omicidio di Peppino Impastato, Cinisi si prepara a rendere omaggio alla sua memoria con una serie di iniziative, organizzate dal Forum Sociale Antimafia e da Casa Memoria. Come ogni anno, accanto al corteo che attraversa il paese, dalla stazione alla casa della famiglia Impastato, c’è un nutrito programma che consentirà una riflessione e un confronto sui alcuni tra i temi di maggiore emergenza sociale e civile dei nostri tempi.  Instancabile custode della memoria di Peppino è il fratello Giovanni Impastato, che come ogni anno si prepara ad accogliere i militanti storici dei movimenti antimafia e i giovani che magari hanno cominciato a conoscere la sua storia grazie al film “I Cento Passi” o alla canzone dei Modena City Ramblers e che adesso vogliono saperne un po’ di più.

Come vi state preparando all’appuntamento di quest’anno?

Ci stiamo preparando bene, anche perché quest’anno, le iniziative hanno un sapore diverso, nel segno dell’unità. Per la prima volta, il Forum Sociale Antimafia e Casa Memoria si sono messe assieme per lavorare a un programma comune per ricordare Peppino.

Questa è una bellissima notizia per chi ha seguito con sofferenza certe difficoltà che si erano create a Cinisi negli ultimi anni.

Tutto risolto, sono stati fatti passi avanti e molta gente è felice di questo. Siamo stati responsabili. Tornando al programma, ci saranno forum e dibattiti con tematiche vicine alla storia di Peppino. Si parlerà di No Tav e No Muos, di mafia tra Nord e Sud. E poi sono previsti concerti, proiezioni di cortometraggi e mostre fotografiche. Naturalmente tutto è spiegato nel dettaglio sul sito www.casamemoria.it

C’è sostegno da parte delle istituzioni pubbliche?

La risposta è stata minima, tranne che per il 9 maggio, con il Comune che ha messo a disposizione i servizi. La Regione sta risolvendo la questione del casolare in cui fu ucciso Peppino. Ci sono ritardi per i finanziamenti per Casa Badalamenti, che pensiamo di gestire nel migliore dei modi e, in tal senso abbiamo presentato dei progetti con delle fondazioni che ci hanno aiutato, ma da parte delle istituzioni abbiamo avuto poco.

Dalla Regione ci si aspettava di più?

Sicuramente. Crocetta si è limitato a fare l’indispensabile. Non vogliamo essere i soliti che attaccano tutti, ma un po’ di delusione c’è.

Come vi apprestate ad accogliere i giovani che vengono ogni anno da tutte le parti d’Italia?

Per noi quasi ogni giorno è il 9 maggio. Casa Memoria è il luogo di memoria più visitato d’Italia. Abbiamo una media di 300 visitatori al giorno. Pensiamo di arrivare a 100.000 presenze l’anno. Accogliamo chi arriva raccontando la storia di Peppino e accompagnandoli lungo il percorso dei cento passi, da casa nostra a casa Badalamenti, in cui abbiamo posto delle pietre d’inciampo per dare maggiore visibilità e riempendo di contenuti questo percorso che non è solo il titolo di un grande film o di una canzone di successo, ma è un pezzo di storia del nostro paese che parla di mafia e antimafia. A casa Badalamenti c’è una storia negativa che dobbiamo raccontare alle nuove generazioni esattamente come raccontiamo quella di Peppino.

Da un po’ di tempo assistiamo a un acceso dibattito sulla necessità di un diverso modo di fare antimafia. Qual è la sua posizione in tal senso?

Per me bisogna diffondere la cultura dell’antimafia e della legalità facendo studiare i giovani e facendo loro conoscere il fenomeno mafioso. Spesso, l’antimafia accanto ad ottime cose, ha mostrato lati negativi, con soggetti che l’hanno utilizzata per il proprio tornaconto o le proprie carriere. Bisogna partire dal basso, dai diritti e dai bisogni. E dobbiamo avere un concetto chiaro di legalità. Che non è solo rispetto delle regole e delle leggi, ma anche e soprattutto rispetto della dignità dell’uomo che pensa, che lotta e che vuole cambiare le cose.

*A intervista già rilasciata è arrivata la notizia che la giunta regionale guidata dal presidente Rosario Crocetta ha avviato l’iter per dichiarare luogo di interesse culturale il casolare vicino ai binari della ferrovia di Cinisi, dove è stato ucciso Peppino Impastato. Era la soluzione auspicata da Giovanni Impastato, in modo da poter dare il via alla valorizzazione del sito, ridotto da tempo a una discarica. “Le nostre battaglie contro il degrado del sito e contro ogni ipotesi di cancellare un luogo della memoria, iniziate tre anni fa e sostenute da migliaia di firme e numerose denunce, hanno trovato una prima soluzione positiva – ha dichiarato Giovanni Impastato – si tratta ora di proseguire con l’espoprio e la definitiva trasformazione in bene culturale. Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuti in questa battaglia e condividere con tutti la soddisfazione di questo riconoscimento della Regione Sicilia, che si aggiunge anche al provvedimento del Tribunale che ha confiscato il casolare di Badalamenti”.

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