Ricercatrice indipendente e attivista della prima ora del Movimento Cinque Stelle, Paola Sobbrio è l’unica marsalese candidata al Parlamento Europeo. Dopo l’esperienza alle regionali con la lista “Amici di Beppe Grillo” e quella delle amministrative (da assessore designato con Anna Maria Angileri) da alcune settimane si divide tra Sicilia e Sardegna per partecipare al #VinciamoNoi Tour, assieme agli altri candidati della lista pentastellata nella circoscrizione Isole.
Prime sensazioni di questa campagna elettorale?
Sicuramente positive. Il M5S acquista consensi giorno dopo giorno, anche grazie al mal governo italiano ed europeo. E’ vero pure che i cittadini sono un po’ restii a seguirci nelle piazze, ma credo che sia dovuto al fatto che ancora non si sentono nel pieno della campagna elettorale. E poi le Europee, lo sappiamo, registrano il più alto astensionismo perché i cittadini vedono ancora l’Europa molto lontana da loro. In realtà l’Europa ci riguarda molto da vicino perché la legislazione nazionale e quella regionale sono di derivazione comunitaria. Proprio per questo, come Movimento Cinque Stelle, intendiamo essere presenti e dire la nostra nell’istituzione attualmente più importante per la politica agricola, economica, monetaria, energetica. Sarà determinante il nostro ruolo all’interno del Europarlamento.
Con un’espressione un po’ abusata, si dice spesso che bisogna passare dall’Europa delle banche all’Europa dei popoli. Per uscire dalla metafora, cosa dovrebbe essere l’Unione?
Una comunità di cittadini. Del resto, inizialmente non si parlava di Unione monetaria, ma di comunità. Bisogna uscire dalla logica finanziaria e monetaria per ragionare con la logica di una comunità di persone che si mettono assieme per costruire qualcosa di comune sul fronte sociale, lavorativo, fiscale e dei diritti. Io ho sottoscritto un impegno affinchè si porti avanti in Europa il tema dell’omofobia, affinchè ci sia un’equiparazione di diritti tra persone che fanno scelte diverse, eliminando le discriminazioni. Vogliamo creare un senso di comunità, più che unione monetaria.
Un altro tema, di cui si parla tanto è la crescita degli Stati membri. Mentre gli italiani mandano Iva Zanicchi o altri personaggi del jet set, i tedeschi mandano molto seria e preparata. Quanto conta la qualità della rappresentanza per le scelte strategiche che vengono prese in Europa?
Il fatto che tra noi si siano scelte persone sulla base del curriculum e non solo sull’attivismo credo sia una cosa molto importante. Qualcuno ha criticato l’apertura eccessiva di Grillo sulle candidature. Si è scelto di puntare anche sul merito proprio per contrastare deriva della politica italiana al Parlamento Europeo. Un provvedimento molto importante, riguardante l’importazione delle arance dal Marocco senza dazi doganali, è passati per soli quattro voti, addebitabili all’assenza dei deputati italiani in aula. E’ di estrema importanza essere presenti, sia in aula che fuori dall’aula, così com’è importante conoscere le lingue, almeno l’inglese. Perché fuori dall’aula il traduttore non c’è.
Su quali altri temi intendete puntare?
Abbiamo lanciato la campagna “Eurofurbi”: ho scoperto che i Parlamentari europei godono di 250mila euro per cinque anni da destinare all’esercizio del mandato nel paese di elezioni. Il problema è che questa somma non è soggetta a rendicontazione, per cui non sappiamo come sono stati spesi questi soldi, che si aggiungono alle indennità e agli stipendi dei collaboratori. Proprio per questo, anche al Parlamento Europeo, intendiamo puntare con forza sul principio della trasparenza.
In questo primo anno al Parlamento nazionale si è parlato tanto del Movimento Cinque Stelle per le battaglie portate avanti, ma anche per le espulsioni di alcuni suoi rappresentanti. Che ne pensa?
Non è vero che all’interno del Movimento non c’è dibattito. Certo che se qualcuno fa di tutto per criticare pubblicamente il Movimento, è normale che finisca fuori.