Processo Ipab Rubino al giro di boa, ascoltati due medici che frequentavano la struttura

Chiara Putaggio

Processo Ipab Rubino al giro di boa, ascoltati due medici che frequentavano la struttura

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lunedì 31 Marzo 2014 - 18:51

Acquisite agli atti le dichiarazioni rese in sede di indagini difensive dal segretario dell’IPAB

Nuova udienza del processo che vede alla sbarra due dipendenti dell’IPAB “Rubino”, istituto assistenziale che si occupa di mensa e doposcuola per bambini in situazione di disagio. Gli imputati sono Giuseppa Signorelli, di 50 anni e Vincenzo Galfano, di 48, che prestavano servizio nella IPAB e Giuseppa Signorelli svolgeva mansioni di direttrice, mentre Galfano era bidello. Sui due pesa l’accusa di “violenza sessuale continuata e aggravata in danno di una minorenne”. Le indagini all’epoca furono coordinate dal pm Dino Petralia, mentre ora in aula l’accusa è rappresentata dal pubblico ministero Sabrina Carmazzi. Nell’ultima udienza hanno testimoniato due medici del servizio di medicina scolastica che frequentavano settimanalmente la struttura di via Rubino. Si tratta di Tommaso Vinci e Mimmo Sorrentino. “I bambini stavano bene e le cure per loro più che adeguate”. Addirittura il dottor Sorrentino ha definito l’istituto un luogo ideale. Entrambi hanno deposto davanti al collegio presieduto dal giudice Sergio Gulotta come testi indicati nella lista i difensori Stefano Pellegrino, Roberta Piccione e Maurizio D’Amico. Il terzo testimone ascoltato è stato Gaspare Signorelli, segretario dell’Ipab e fratello dell’imputata. L’uomo ha spiegato che tra gli operatori c’erano rapporti formali, e buona parte delle sue dichiarazioni rese in sede di indagine difensive sono transitate agli atti del dibattimento. Qui Gaspare Signorelli spiegherebbe la morfologia dei luoghi che colliderebbe con la descrizione fatta dalla persona offesa. Il legale di parte civile Lo Sciuto aveva chiesto che gli imputati si sottoponessero all’esame, ma entrambi hanno preferito non farlo. La prossima udienza si terrà il 16 aprile.

C. P.

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