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Sequestro beni a Marsala: confiscati immobili per 200.000 euro

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mercoledì 04 giugno 2025 - 16:05

Sequestro beni Marsala: colpita una famiglia vicina a Cosa Nostra

Marsala – Un nuovo colpo alla criminalità organizzata nel territorio trapanese. I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro beni a Marsala, per un valore complessivo di circa 200.000 euro, nei confronti di due coniugi residenti nella città lilibetana. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, è scaturito su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dopo approfondite indagini sulla sproporzione economica del nucleo familiare e sulla pericolosità sociale del marito, attualmente detenuto.

Sequestrati due fabbricati e un terreno a Marsala

Il sequestro patrimoniale ha riguardato due fabbricati e un terreno ubicati nel territorio di Marsala. Gli immobili, secondo le verifiche condotte dai militari dell’Arma, sarebbero riconducibili direttamente ai due coniugi e ritenuti beni illecitamente acquisiti o mantenuti grazie ai proventi di attività criminali.

Le operazioni si inseriscono nel più ampio contesto delle attività di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico della provincia di Trapani. L’uomo, 52 anni, era già stato coinvolto nella vasta operazione antimafia denominata “Hesperia”, condotta nel settembre 2022 dai Carabinieri, e culminata con l’arresto di 35 persone, tra cui figure di spicco dei mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo, Trapani e Castelvetrano.

Operazione Hesperia: retata antimafia da 35 arresti

L’operazione Hesperia, eseguita meno di due anni fa, aveva smantellato importanti assetti criminali della provincia, colpendo duramente le strutture di Cosa Nostra trapanese. I 35 soggetti raggiunti da misura cautelare erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, intestazione fittizia di beni e altri reati aggravati dal metodo mafioso.

Tra loro anche il marsalese oggi destinatario della misura patrimoniale. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe avuto un ruolo attivo nei meccanismi di gestione economico-criminale legati al traffico di stupefacenti, investendo in beni immobili per riciclare i proventi dell’attività illecita.

Detenzione domiciliare per la moglie: condannata per riciclaggio

Non solo sequestri patrimoniali. Contestualmente, i Carabinieri hanno dato esecuzione anche a un ordine di detenzione domiciliare per la moglie, 51enne, già condannata in via definitiva per riciclaggio. Secondo l’accusa, la donna avrebbe contribuito a occultare e movimentare denaro illecito riconducibile all’attività di spaccio, facendo confluire le somme direttamente sul proprio conto corrente personale.

Per lei si aprono ora le porte della detenzione domiciliare, con una pena da scontare pari a 1 anno e 9 mesi. Un ulteriore tassello in un mosaico di relazioni familiari e criminali intrecciati, che testimoniano la capillarità del sistema mafioso anche attraverso apparenti nuclei familiari “insospettabili”.

Le misure patrimoniali come strumento contro la mafia

Il sequestro dei beni a Marsala rappresenta un’ulteriore applicazione concreta della normativa italiana in materia di misure di prevenzione patrimoniali, che consente di colpire i patrimoni anche in assenza di una condanna definitiva, qualora sussistano gravi indizi sull’origine illecita dei beni o sulla pericolosità del soggetto.

Questo tipo di intervento risulta particolarmente efficace nei confronti della criminalità organizzata, che da anni ha spostato la sua attenzione anche verso il controllo economico del territorio, investendo in attività imprenditoriali e immobiliari per “ripulire” denaro sporco e mantenere potere.

La strategia investigativa coordinata da Palermo

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo continua a mantenere alta l’attenzione sulle dinamiche mafiose nella Sicilia occidentale. Il sequestro di oggi, operato a Marsala, conferma l’impegno delle istituzioni nella lotta alla mafia, non solo sul piano penale, ma anche su quello economico e patrimoniale. La collaborazione tra DDA, Tribunale e Arma dei Carabinieri si conferma efficace nel prevenire il radicamento di organizzazioni mafiose nel tessuto civile.

Un’azione che tutela la legalità sul territorio

Le istituzioni ribadiscono che interventi come questo servono a riaffermare la presenza dello Stato sul territorio, a tutela dei cittadini onesti e delle imprese che operano nella legalità. Il messaggio è chiaro: nessuno spazio per l’economia mafiosa, neppure nei piccoli comuni della provincia come Marsala.

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