Prima di leggere per intero questa recensione vi invito a fare un piccolo gioco che anch’io mentre scrivo sto per realizzare: ricercare nella nostra memoria, nelle immagini della vita di ogni giorno, negli oggetti, nei luoghi e nelle persone che ci stanno accanto quanto di più familiare, silenzioso o perfettamente insignificante ci sta attorno. Potremmo scoprire che proprio quel luogo di cui non abbiamo mai davvero tenuto conto è il punto da dove la nostra vita ci sembra perfetta.
Questo nuovo romanzo di Silvia Avallone che la scrittrice ha finito di scrivere nel mese di ottobre del 2016 è ancora più bello di “Acciaio”, il suo primo romanzo che ha avuto un discreto successo ed è stato addirittura riprodotto in una pellicola cinematografica dal regista Stefano Mordini e interpretato da Michele Riondino.
La storia è ambientata nella città di Bologna, luogo reale e per certi versi significativo in alcuni aspetti della trama del romanzo, ma i fatti si svolgono in una immaginaria periferia degradata ma alquanto realistica perché riproduce la geografia urbana delle nostre grandi città: quartieri dormitorio dove migliaia di emarginati vivono una vita difficile ma fatta di sentimenti, idee, drammi e gioie come le vite dei protagonisti di questo romanzo della brava scrittrice Silvia Avallone “Da dove la vita è perfetta”, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli e meritatamente nella classifica dei primi dieci libri più letti del momento.
È sempre fastidioso paragonare l’opera di un autore a quella di un altro, si rischia di fare un torto ad entrambi ma in questo caso la scelta di rappresentare la periferia, a questo punto voluta dall’autrice e ripetuta perché presente anche nel precedente romanzo, richiama alla mente gli scritti di Pier Paolo Pasolini, uno per tutti “Ragazzi di vita”. Non è tanto la somiglianza delle storie che è poca per varie motivazioni, ma il cuore vivo di una dimensione umana e sociale relegata ai margini della società. La trama del romanzo è ben costruita attraverso storie che in qualche modo si sfiorano, vite che si allontanano e in certi momenti si incrociano o per meglio dire si scontrano. Storie di adolescenti e di giovani adulti di gravidanze negate e di paternità e maternità desiderate. E poi un tipo di amore strano nato tra le finestre dei palazzoni di periferia che è simile ad un fiore che nasce negli interstizi dell’asfalto per un destino amaro.
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