Via libera da Roma per la rete ospedaliera siciliana.
Rino Ferrari presidente dell’ordine provinciale dei medici della provincia di Trapani, che giudizio date?
Tutto sommato si tratta di un giudizio positivo. Ma stiamo parlando di una cosa che conosciamo approssimativamente. Non sappiamo quale testo sia stato approvato. Quello che circolava in ambienti sanitari che era talmente lacunoso che, da quello che mi risulta, aveva suscitato perplessità anche all’interno dello stesso assessorato regionale alla salute? Oppure l’altro, quello che sembra sia stato avviato a Roma dove, a quanto pare, sono stati sanati gli errori?
Ma come, voi non siete stati informati?
Nessun ordine professionale siciliano è stato coinvolto. Aggiungo anche che da informazioni in mio possesso neppure i sindacati di categoria sono mai stati interpellati. Ha fatto tutto la politica. E malgrado ciò, entrando nel merito, posso dire che si tratta di una soluzione per certi aspetti positivi.
Quali sono?
Intanto la previsione della stabilizzazione di colleghi che sono precari da diversi anni. Poi, ma ci ritorneremo, la possibilità di fare i nuovi concorsi per aumentare la pianta organica in dotazione alle diverse Asp. Naturalmente disponibilità economica permettendo.
Che significa?
Ho l’impressione che il Piano sia stato predisposto più tenendo presente le esigenze complessive del Paese che versa in uno stato di crisi, che la necessità di un comparto che si occupa della salute della gente.
Meno male che il suo giudizio era positivo. Quali sono invece le criticità?
E’ stato fatto un piano che si occupa solo della rete ospedaliera e trascura completamente il territorio.
In che senso?
Cosa chiede la gente quando per necessità si reca in una struttura ospedaliera? Intanto di essere celermente visitata. Invece per alcuni settori, per esempio all’ospedale di Marsala, le attese possono arrivare anche a diversi mesi. Occorre un intervento nel territorio che eviti le lungaggini. Ai medici che hanno un rapporto di specialisti interni con le Asp, vanno aumentate le ore di collaborazione. La gente eviterebbe di recarsi in ospedale per una visita specialistica. Inoltre si avrebbe anche una maggiore serenità da parte degli operatori che oggi lavorano dovendo visitare tanti pazienti e rischiano di non essere “totalmente” sereni non lavorando in totale sicurezza. Così la medicina rischia di trasformarsi in strumento difensivo da parte dell’operatore.
Lei non era del tutto convinto dei concorsi annunciati in sede di presentazione del Piano…
Forse da Roma e da Palermo non sono stati chiari. Il Piano approvato a Roma ora dovrà essere notificato alle singole Asp siciliane. I manager, parecchi dei quali sono nuovi, dovranno adeguare al piano stesso le dotazioni organiche con un nuovo atto aziendale, che andrà poi spedito a Palermo per essere sottoposto all’approvazione della Regione
Un percorso articolato che richiederà tempo…
Ma è solo una prima parte. Occorrerà anche aggiornare il piano triennale delle assunzioni. Successivamente si vedrà quali sono le figure eccedenti nei vari reparti e, sia detto tra parentesi, in un regime di carenza di posti, alcuni colleghi rischiano la mobilità interprovinciale. A questo punto si saprà quanti e quali sono i posti da coprire, scorrendo le vecchie graduatorie o bandendo nuovi concorsi.
Ma non si era detto che ai manager venivano assegnate delle scadenze temporali per questi adempimenti?
Si era detto. Ma poi le scadenze si sono trasformate in esortazioni a fare presto. Prima sarà completato l’iter aziendale, prima saranno avviate le assunzioni. Tuttavia l’assenza di chiarezza non aiuta certo.
Oggi si insedia il nuovo manager in provincia di Trapani. Inizia l’era del dopo De Nicola.
Chiediamo al collega Giovanni Bavetta, si tratta infatti di un medico di prestigio, un’attenzione ai problemi della sanità in provincia. A questo proposito credo che lo incontreremo presto in maniera ufficiale.