Tra le Ipab che non sono state dichiarate estinte dalla Regione c’è anche una struttura storica come il “Rosa Serraino Vulpitta” di Trapani. Nata come un sanatorio antitubercolare nel 1930, si trasformò poi in cronicario con annessa Casa di Riposo, occupandosi in molti casi di disabili cronici ed erogando un servizio di grande utilità sociale.
Come tante Ipab, anche il “Vulpitta” negli ultimi anni ha vissuto una profonda crisi economica, legata alla diminuzione degli assistiti ma anche alla diminuzione dei contributi pubblici (da parte del Comune e della Regione). “Fino al 2014 – spiega il segretario incaricato Francesco Tranchida – avevamo un disavanzo pari a 2,3 milioni di euro. Oggi siamo scesi a circa un milione, grazie alla progettualità del precedente Consiglio d’amministrazione, che aveva ampliato i servizi all’accoglienza degli immigrati, operando anche una riduzione delle spese. Inoltre, sono stati affittati a terzi alcuni locali liberi e c’è stata l’autorizzazione a utilizzare i fondi provenienti da un esproprio”.
Il Consiglio d’amministrazione presieduto da Antonino Sparaco, però, è decaduto a maggio, tra dimissioni e naturale scadenza del suo mandato quadriennale e da allora non è stato possibile l’insediamento del nuovo organismo. Del Cda, per statuto, fanno parte tre membri effettivi (più tre supplenti) nominati rispettivamente dalla Prefettura di Trapani, dall’Asp e dal Comune. Tutti a titolo gratuito. Nel rispetto della suddetta scadenza, l’ex prefetto Leopoldo Falco ha individuato in Daniela Virgilio la componente di propria pertinenza, che per statuto avrebbe dovuto assumere la presidenza del Consiglio d’amministrazione. Una scelta legata anche ai buoni rapporti della Virgilio con gli uffici regionali (che invece avevano avuto qualche difficoltà con Sparaco) e alle competenze che la stessa contava di mettere a disposizione dell’Ipab nel reperimento dei fondi comunitari. Anche l’Azienda Sanitaria Provinciale aveva proceduto alla propria nomina. Silenzio assordante, invece, da parte del Comune di Trapani. Alla luce della situazione di stallo determinatasi, la Regione ha deciso di nominare lo scorso 16 settembre un commissario per tre mesi, destinando a quest’incarico Giuseppe Orazio La Ganga. Scaduto il mandato di La Ganga (il cui compenso è comunque stato a carico dell’Ipab) il problema si è adesso riproposto e la Regione ha dato tempo fino a oggi (lunedì 19 dicembre) al Comune di Trapani per nominare il proprio componente del Cda e consentire così all’organismo presieduto da Daniela Virgilio di poter cominciare ad operare. Viceversa, l’assessorato regionale procederà alla nomina di un nuovo commissario per la gestione del “Vulpitta”.
Dopo aver fatto sapere che stentava a trovare professionisti disposti ad assumere gratuitamente l’incarico di componenti del Cda del “Serraino Vulpitta”, in questi giorni il sindaco Vito Damiano ha annunciato di aver avuto la disponibilità da parte del professore universitario Ignazio Tardia.
“Benchè abbia pieni poteri – sottolinea ancora il segretario Francesco Tranchida – un commissario non ha la libertà di scelta di un Consiglio d’amministrazione che dura in carica 4 anni e può effettuare una programmazione completa”.
Una situazione di incertezza che naturalmente crea preoccupazione tra i dipendenti (una trentina tra personale di ruolo e assunti a tempo determinato) che temono possa verificarsi per loro quanto accaduto per i colleghi di tante altre Ipab siciliane, dichiarate estinte dalla Regione, come l’ospizio “Marino” di Trapani o l’Istituto “Rubino” di Marsala: entrambe “regalate” ai Comuni di riferimento, che hanno ereditato i loro locali, ma anche le situazioni debitorie e l’obbligo di assorbirne i dipendenti. Uno scenario che naturalmente si scontra con le difficoltà di bilancio degli enti pubblici anche rispetto alla tenuta complessiva dei propri organici.