Fazio diffida Bianco a concludere il procedimento sulla sua presunta incompatibilità

redazione

Fazio diffida Bianco a concludere il procedimento sulla sua presunta incompatibilità

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martedì 04 Ottobre 2016 - 11:50

Il consigliere comunale Girolamo Fazio ha depositato ieri, presso il protocollo dell’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale, un atto di diffida con il quale invita il Presidente, Giuseppe Bianco, a porre “all’ordine del giorno la verifica della sussistenza o meno della presunta incompatibilità”

Incompatibilità che secondo Sindaco Vito Damiano, che per primo ha sollevato la questione con una lettera al presidente del Consiglio Bianco, sarebbe intervenuta a causa della lite pendente innanzi il Tribunale di Trapani, nella quale l’ex sindaco verrebbe considerato «parte contrapposta al Comune di Trapani chiamato in garanzia per responsabilità oggettiva e solidale [… con il convenuto Fazio…] per il risarcimento dei danni chiesti da Vito Dolce».

Il consigliere Fazio il 3 luglio scorso presentò una memoria, depositata presso l’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale, che reca le controdeduzioni contro tale “presunta eccezione di incompatibilità” al ruolo di consigliere comunale sollevate dal Sindaco e fatta propria dal Presidente del Consiglio. Da allora il presidente Bianco non ha chiuso, né ha promosso alcuna iniziativa per definire il procedimento avviato. La diffida intende intimare il Presidente del Consiglio al dovere di «concludere il procedimento amministrativo con l’adozione di un provvedimento espresso».

«Credo sia onesto e di massima trasparenza giungere ad una conclusione del provvedimento in una direzione o nell’altra – afferma Fazio –. Alcuni organi di stampa hanno anche ventilato l’ipotesi che è intenzione di alcune parti politiche frapporre quanti più ostacoli possibili tra me è la candidatura alla carica di sindaco».

«Una vera e propria strategia, non dichiarata ma palese nei fatti – aggiunge Fazio –, nell’alveo della quale si ascriverebbe anche il tentativo di giungere in prossimità della campagna elettorale per le amministrative in questa situazione di incertezza e confusione, così da subdolamente inquinare la competizione democratica di voci, allusioni e di una cortina fumogena di menzogne sulla mia presunta incompatibilità, da ulteriormente confondere con incompatibilità ed incandidabilità. Non posso di conseguenza tollerare che si perpetui questo immobilismo di comodo sine die».

«Se vi sono le ragioni – conclude Fazio – che il Presidente del Consiglio Bianco porti in aula una delibera che dichiari la mia incompatibilità sopravvenuta, che sia l’aula di Palazzo Cavarretta a decidere, con scienza delle carte depositate e piena coscienza dei fatti, oppure chiuda il procedimento. In caso contrario, qualora voglia dilazionare ancora ogni decisione, se ne assuma la responsabilità sotto ogni profilo: politico, amministrativo, civilistico e penale».

L’atto di diffida, infatti, vale anche come intimazione propedeutica alla richiesta di risarcimento per un eventuale pregiudizio causato dall’inerzia dell’Amministrazione, come intimazione propedeutica alla richiesta di indennizzo e come diffida ai sensi dell’art. 328, comma 2, Codice Penale (Rifiuto ed omissione di atti d’ufficio).

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