Pensione che vai, busta arancione che trovi. E’ in sostanza e con una buona dose di ironia, la pensata del Presidente Inps, Tito Boeri. I lavoratori stanno iniziando a ricevere 150mila buste arancioni che a breve diventeranno 7 milioni. Non importa l’età o la professione, quel che conta è che in queste buste potranno godere di una simulazione del primo assegno mensile che riceveranno nel momento in cui andranno in pensione. Si badi bene al termine “simulazione”, perché al nostro Governo piace creare delle chimere. Infatti già affiorano le prime problematiche. Questi rendiconti attestati dall’Inps, mostrano quanto un lavoratore prenderà una volta in pensione, si basano una crescita del Pil e dello stipendio dell’1,5%, un dato notevole e troppo ottimista per la situazione vigente in Italia, perché punta su una continua carriera lavorativa, quindi senza periodi di disoccupazione e su un importo pensionistico calcolato al lordo. In sostanza secondo le nuove simulate previsioni Inps, ci aspetterà una vecchiaia rosea. In realtà invece, allo stipendio attuale bisogna toglierne circa la metà: ecco la nostra pensione. Siamo realisti, oltre che onesti, guardiamo le cose da un altro punto di vista: le buste arancioni sono un modo per conoscere “in anteprima” quando andremmo in pensione, ovvero a 75 anni, se riusciamo a camparci. Il quadro generale si chiude con gli interventi, in prospettiva, nel settore. Si parla di “flessibilità in uscita” che non è altro che la possibilità, per vari motivi, per il lavoratore vicino alla pensione, di ritirarsi dal lavoro in anticipo. Non è un regalo che fa lo Stato, perché ciò comporta la riduzione dell’assegno mensile con la possibilità di ricorrere sì a forme di prestito garantite dallo Stato, ma che dovranno prima o poi essere restituite. Ad interessi agevolati, si spera. Una situazione che è molto grave e che è frutto di una mancanza di dialogo sociale tra il Governo e le parti, delle mancate elezioni politiche, del fatto che si scende più nelle piazze a lottare per i propri diritti, che il popolo italiano si è fatto mettere in ginocchio da classi politiche che, distorcendo l’uso dell’informazione e dei media, hanno compiuto un lavaggio del cervello di massa. Dei bravi simulatori in pratica…
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