La situazione dei pendolari siciliani, e in particolare di quelli della provincia di Trapani, resta critica. A certificarlo è il rapporto “Pendolaria 2025” di Legambiente, presentato a Roma nella cornice della Stazione Termini, che dedica un focus specifico ai disagi quotidiani di chi utilizza il trasporto ferroviario. Tra i casi più emblematici emerge la linea Piraineto–Castelvetrano–Trapani, che dopo circa un anno e mezzo di chiusura per lavori di ammodernamento, tra aprile 2024 e giugno 2025, non ha mostrato i miglioramenti attesi. Nonostante la riattivazione, il servizio continua a essere segnato da gravi disservizi, legati in particolare ai problemi dei passaggi a livello di Mozia-Birgi e Marausa, che hanno causato numerose cancellazioni di treni.
I bus sostitutivi introdotti per limitare i disagi si sono rivelati insufficienti, lasciando spesso i viaggiatori senza alternative adeguate. In alcune giornate la situazione ha raggiunto livelli critici: il 22 ottobre scorso, ad esempio, 13 treni su 26 programmati sono stati soppressi. A questo scenario si aggiunge il mancato completamento dei lavori sulla linea Alcamo–Trapani via Milo, chiusa dal febbraio 2013. Dopo oltre dodici anni, l’ammodernamento e l’elettrificazione non sono ancora conclusi, privando il territorio di un collegamento ferroviario strategico e costringendo migliaia di cittadini a spostarsi con mezzi alternativi, spesso più costosi, meno sostenibili e meno affidabili.
Le difficoltà del Trapanese si inseriscono in un quadro nazionale altrettanto preoccupante. Il rapporto evidenzia come il Fondo Nazionale Trasporti, principale strumento di finanziamento del trasporto pubblico locale, nel 2026 varrà il 38 per cento in meno rispetto al 2009, se si considera l’inflazione. Dai 6,2 miliardi di euro del 2009 si è scesi ai 4,9 miliardi nel 2020, con una risalita a 5,18 miliardi nel 2024, ma in termini reali il Fondo oggi vale circa il 35 per cento in meno. Per tornare ai livelli di quindici anni fa, secondo Legambiente, servirebbero almeno 3 miliardi di euro aggiuntivi.
La legge di Bilancio 2026, però, non rafforza il Fondo e sottrae risorse a interventi strategici per la mobilità urbana, come la metro C di Roma, il prolungamento della M4 di Milano fino a Segrate e il collegamento ferroviario Afragola–Napoli. Nel 2024, inoltre, hanno circolato 185 treni regionali in meno rispetto al 2023, a causa della dismissione dei convogli più obsoleti non compensata da nuovi acquisti.
Secondo Legambiente, le scelte infrastrutturali continuano a privilegiare le grandi opere stradali e autostradali, a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina, che assorbe 15 miliardi di euro per poco più di tre chilometri. Una cifra che appare sproporzionata se confrontata con i 5,4 miliardi di euro destinati alla realizzazione di 250 chilometri di tranvie in 11 città italiane.
In Italia si costruiscono in media appena 2,85 chilometri di metropolitane e 1,28 chilometri di tranvie all’anno, per una rete complessiva di 271,7 chilometri, nettamente inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei.
«I dati di Pendolaria mostrano che la carenza di trasporto pubblico sta diventando un drammatico fattore di esclusione sociale», sottolinea Roberto Scacchi, responsabile nazionale Mobilità di Legambiente. La spesa per i trasporti incide infatti per il 10,8 per cento sul bilancio delle famiglie italiane, ben oltre il 6 per cento indicato dalla Commissione Europea come soglia di vulnerabilità. Una condizione che alimenta la cosiddetta mobility poverty, costringendo molte persone a rinunciare a lavoro, studio o cure per l’inaffidabilità del servizio. Il rapporto si chiude con una serie di proposte rivolte al Governo: dal rifinanziamento strutturale del trasporto pubblico su ferro e urbano, al rafforzamento del Fondo Nazionale Trasporti, fino all’aumento delle frequenze nelle aree urbane e suburbane. Per Legambiente, solo partendo dalle criticità attuali sarà possibile imprimere un vero cambio di rotta alle politiche della mobilità e garantire a tutti i cittadini il diritto allo spostamento sull’intero territorio nazionale.